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Note svelate - Grand Tour de la Petite Écurie
Grand Tour de La Petite Ecurie
All’interno di questo Grand Tour, vorremmo mostrare il ruolo del gruppo di oboe in tutta Europa suonando musica proveniente da diversi paesi ma anche scoprendo un repertorio che originariamente non appartiene alla nostra formazione.
Il nostro viaggio musicale inizia in Francia dove l’oboe ha avuto un ruolo importante alla corte di Luigi XIV. Il re apprezzava molto la musica e le arti e riceveva lui stesso lezioni di ballo. Alla sua corte reale, la maggior parte dei suonatori di fiati era impiegata presso la “Grande Écurie”, che era un’istituzione musicale.
Dopo la Francia, continuiamo il nostro viaggio in Inghilterra, dove l’oboe divenne molto popolare, influenzato dalla Francia stessa. Il suonatore di oboe francese Jacques Paisible, o James Paisible, arrivò in Inghilterra e divenne il compositore preferito della regina Anna.
Dall’Inghilterra rivolgiamo la nostra attenzione all’Italia. Sebbene vi siano prove dell’esistenza di gruppi di oboe in Italia, non è sopravvissuta alcuna musica italiana originale per questa colonna sonora. Per questo abbiamo arrangiato un concerto per archi di Antonio Vivaldi, che amava molto sia l’oboe che il fagotto, come dimostra la sua vasta quantità di concerti solisti per questi strumenti.
Un altro paese che offre un grande tesoro di musica per l’oboe è la Germania, l’ultimo paese del nostro viaggio musicale. Ci sono pezzi notevoli di compositori come Johann Casper Ferdinand Fischer, Johann Philipp Krieger e Johann Christian Schieferdecker.
Nella ‘Musicalische Conzerte’ Schieferdecker menziona nella prefazione che i concerti per archi e per oboe e fagotto, possono essere suonati anche con tre oboi e fagotto, se gli archi non sono disponibili.
Per concludere la nostra avventura abbiamo organizzato un tradizionale Paso Doble spagnolo per La Petite Écurie, per tornare alle radici dei musicisti dell’ensemble.
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Ensemble La Petite Écurie
Miriam Jorde Hompanera, oboe
Marc Bonastre Riu, taille/oboe
Giovanni Battista Graziadio, bassoon
Philipp Lamprecht, percussion
Valerie Colen, oboe
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Note Svelate - Just Your Love
Just your love
« Abitare se stessi. Musica emotiva. »
L’amore non può essere propriamente descritto o raccontato. Allo stesso modo della musica, ha bisogno di essere abitato per essere compreso. Spogliandoci del superfluo, conduciamo l’ascoltatore verso la ri-scoperta della bellezza insita in forme e strutture semplici e regolari, che pongono al centro dell’attenzione l’effettivo nucleo del discorso musicale: il suono. Così come è l’amore nella sua essenza vera e intima. Questa ricerca è condotta attraverso letterature e brani corali appartenenti a epoche e terre lontane tra loro, che trovano comunione e concordanza nella stessa visione antropologica e nell’idea artistica ed estetica. Con alcuni versi significativi dal Cantico dei Cantici e da altri celebri componimenti, Coro Gamut decanta dapprima l’amore “per lei” con «Just your love. And my beloved» e a seguire l’amore “per lui” con «Just your love. And my soul».
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Coro Gamut
direttore Serena Marino
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Note Svelate Lux
LUX
Faro e metafora spirituale di verità, speranza e fede, del nascere di una vita come del giorno, degli occhi di un’anima, di conquista oltre il velo delle tenebre. E, al grado più sommo, di rivelazione dell’Eterno.
In qualunque cultura e tempo è sempre stata la luce, in ebraico ’ôr, in greco phôs, in latino lux, l’elemento-simbolo del divino e della nostra stessa esistenza, materiale e immateriale al contempo, fenomeno fisico, tracciato iniziatico. Elemento che, non a caso, apre, attraversa e chiude nell’intera varietà del suo spettro semantico il più alto dei testi sacri (Genesi, 1,3: «Dio disse: Sia fatta la luce! E la luce fu»; Apocalisse, 22,5: «Non vi sarà più notte, e non avranno più bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà. E regneranno nei secoli dei secoli»), così come il repertorio devozionale a seguire ma, anche, gran parte della letteratura poetico-drammatica legata all’espressione corale di ogni genere e stile, luogo ed epoca storica. Ne è un chiarissimo esempio la singolare silloge di brani proposta in ascolto, ritagliata com’è a partire da due, diversi esempi della più dotta arte polifonica sacra del Cinque e Seicento, in Italia, per poi osservare con curiosità prismatica la molteplicità delle fonti novecentesche oltre lo snodo fra i secoli XIX e XX offerto in terra d’Albione dall’autore di tanti inni, marce e canti celebrativi sir Edward Elgar.
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Consonare Ensemble
direttore Luigi Leo
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Note Svelate - Missa Carolus Sextus Romanorum Imperator et Hispaniarum Rex, 1736
Angelo Ragazzi protagonista nell’Europa musicale
Angelo Ragazzi è di sicuro tra i massimi esponenti della scuola violinistica “napoletana” la cui formazione avvenne presso il Conservatorio di Santa Maria di Loreto. Alla stregua di altri grandi strumentisti del tempo compì una serie di viaggi nelle maggiori capitali musicali occupando posti di assoluto rilievo. Fu violinista presso la Cappella Reale di Napoli e di quella Imperiale di Vienna senza disdegnare la propria presenza in altri autorevoli organici presenti sui territori in cui visse. A Vienna, dove morì nel 1750 all’età di settanta anni, ebbe due lunghi soggiorni e fu chiamato a comporre anche musica sacra per gli uffici promossi dalla corte. Tra le pagine sopravvissute spiccano le messe custodite presso la Musiksammlung della Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, tra queste vi è la Missa Carolus Sextus Romanorum Imperator et Hispaniarum Rex del 1736 che è un raro esempio di scrittura polifonica dove l’autore coniuga stile severo e linguaggi “moderni” rivelando una felicissima sensibilità compositiva.
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Ensemble InCanto di Partenope
Soprani – Sabrina Santoro, Lia Scognamiglio, Silvia Tarantino.
Contralti – Elide Facciuto, Camilla Carol Farias, Alessandra Lanzetta.
Tenori – Luigi D’Agostino, Leopoldo Punziano, Christian D’Aquino.
Bassi – Valter Testolin, Pasquale Petrillo.
Manuela Albano, violoncello
Pierfrancesco Borrelli, organo
Davide Troìa, direttore
Consulenza musicologica di Paologiovanni Maione
Trascrizione delle partiture a cura di Daniele Manca
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A corde spiegate - Choros Y Danza
Choros y Danza. Il lirismo nel repertorio chitarristico tra ‘800 e ‘900
Il programma proposto affronta un profilo importante del repertorio strumentale della chitarra classica, ovvero il dualismo tra le sue radici popolari e il ruolo colto che ha assunto a partire dal Novecento. Questa intrinseca ambiguità rappresenta l’essenza della chitarra ed è evidenziata dalla molteplicità di sfaccettature che caratterizzano il suo repertorio: si parte dal ritmo di habanera utilizzato da Manuel de Falla nel celebre Homenaje, il quale è completamente trasfigurato in chiave drammatica, perdendo ogni connotazione folclorica, per finire con una raffinata tarantella di Mario Castelnuovo-Tedesco, in cui l’elemento ritmico sorregge armonie molto ricercate.
Tuttavia l’ambiguità più evidente è quella che caratterizza la Suite Populaire Brésilienne di Heitor Villa-Lobos, in cui il compositore cerca di accostare la malinconia ed il lirismo del Choro (termine portoghese che significa pianto) al carattere colto di alcune danze di origine europea.
Questo percorso musicale costituisce anche un omaggio al grande chitarrista Julian Bream (scomparso nel 2020), in quanto molti dei brani proposti facevano parte del repertorio più eseguito dal maestro inglese.
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Andrea De Vitis, chitarra
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A corde spiegate - La esfachata de Napoles
La esfachata de Napoles. Influssi spagnoli nella musica del ‘600 per chitarra e tiorba
Napoli, da sempre aperta alle mode, alle culture, alle diversità, generosa nell’accogliere, sapiente nell’influenzare, è indubbiamente tra le città più cosmopolite d’Italia. Da capitale del Regno delle due Sicilie a baluardo moderno del Sud, ha continuamente scambiato e modellato gli influssi culturali dello “straniero” forgiandoli e plasmandoli con la sua anima antica e il suo patrimonio. Come un profumo, difficile da descrivere perché diverso nelle sue componenti ad ogni naso, la sua unicità sta nella perpetua trasformazione ed elaborazione della novità, sia essa musicale che architettonica, sociale, culturale. Nel corso dei secoli tra Spagnoli, Francesi e Arabi, ha tutto assorbito e tutto miscelato e trasformato, come una grande pièce teatrale dal finale ancora aperto.
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I Bassifondi
Leonardo Ramadori – percussioni
Simone Vallerotonda – tiorba, chitarra barocca & direzione
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D'Istanza creativa - Antonio Valente. Intavolatura de cimbalo
Il progetto si incentra su un prezioso libro, ora in esemplare unico custodito alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, intitolato Intavolatura de Cimbalo di Antonio Valente, pubblicato nel 1576.
L’Intavolatura è il primo libro ad avere come destinatario unico il clavicembalo (cimbalo), anziché, come normalmente accadeva, cembalo e organo o, tastiere, arpa e vihuela nell’area ispanica.
Il valore della musica contenuta nel volume è assolutamente interessante, scritta in diversi stili e sviluppata con un’intrigante armonia in bilico tra Rinascimento e Barocco, e contiene brani del più puro stile intellettuale come i Ricercari e le Canzoni diminuite ma anche musica decisamente “pop” come le danze con variazioni.
Il libro è un unicum anche per la sua particolare scrittura: Valente, nonostante la sua dichiarata cecità (si trattava probabilmente di un alto grado di ipovedenza) inventa una nuova scrittura, di chiara derivazione spagnola, ancora più complicata ma al contempo decisamente più precisa.
Un concerto che mostra il favoloso ambiente della Napoli del Cinquecento, in un inizio di Barocco che ancora profuma di Rinascimento.
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Paola Erdas, clavicembalo
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Jate sospiri mieje
Napoli, Palazzo Doon'Anna
23 novembre 2019
Teresa Iervolino, mezzosoprano
Scherza L'Alma Ensemble
Giuliana De Donno, arpa
Leonardo Massa, violoncello e calascione
Giuseppe Copia, chitarra barocca e battente
Mauro Squillante, calascioni, mandolino e concertazione
Programma musicale a cura di Teresa Iervolino e Paologiovanni Maione
Marechiaro - F. P. Tosti
Fenesta avascia - G. Cottrau
La danza - G. Rossini
Me voglio fa na casa - G. Donizetti
Santa Lucia luntana - E.A. Mario
Lu cardillo - P. Labriola
Ciaola - Anonimo detto "Sbruffapappa"
Michelemmà - F. P. Tosti
Miezz' 'o grano - E. Nardella
Lo guarracino - Anonimo
Li sospiri - G. Cottrau
Sonata k 77 - D. Scarlatti (moderato e cantabile)
Tarantella Capuanese -
Five with Estro/1
Alcuni minuti estratti dal concerto "Five with Estro" di Armoniosa. -
Five with Estro/2
Alcuni minuti estratti dal concerto "Five with Estro" di Armoniosa. -
Lamentationes Hieremiae/1
Alcuni minuti della meravigliosa esibizione dell'Ensemble De Labyrinto, diretta da Walter Testolin con Lamentationes Hieremiae di Fabrizio Dentice, in occasione del Concerto inaugurale stagione 2019-20 "Estro e Compassione" -
Lamentationes Hieremiae/2
Alcuni minuti della meravigliosa esibizione dell'Ensemble De Labyrinto, diretta da Walter Testolin con Lamentationes Hieremiae di Fabrizio Dentice, in occasione del Concerto inaugurale stagione 2019-20 "Estro e Compassione" -
Trio Chemirani
Stagione 2018/2019
Note d'altrove
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Dawar
Interpreti
Bijan Chemirani - zarb
Keyvan Chemirani - zarb
Djamchid Chemirani – zarb
Xavier Bordelais – tecnico del suono
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Djamchid, padre e maestro, Keyvan e Bijan Chemirani, entrambi figli, formano dalla fine degli anni '90 il Chemirani Trio, set di percussioni persiane. Attingendo dalla poesia persiana, essi compongono e sviluppano forme moderne in cui l'enfasi è sulla molteplicità dei suoni; il Trio rivela al suo pubblico le infinite possibilità delle percussioni persiane. La perfetta concisione del linguaggio, la vertiginosa circolazione del dialogo, l'infinita variazione del tocco unita a una straordinaria complicità, fanno di questa formazione un successo scenografico e discografico. -
No Time in Eternity | Ensemble Céladon
Stagione 2018/2019
Note d'altrove
in collaborazione con Gallerie d'Italia - Palazzo Zevallos Stigliano
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Ensemble Céladon
Interpreti
Paulin Bündgen, controtenore
Catherine Arnoux, Viviana Gonzalez-Careaga, Liam Fennelly, Luc Gaugler, Nolwenn Le Guern, viole da gamba
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"Fascino e incanto, dolci cromìe, ironie melanconiche e accenti vivi nella ricerca di una nuova intesa poetica fra suoni e parole, oltre lo stile di epoche e linguaggi. E al di là dei confini del Tempo.
È quanto cesellato saldando arcaismo e modernità, memoria e coscienza lungo un ponte che unisce le note dei Songs dell’era elisabettiana ai visionari pentagrammi del celebre contemporaneo, parimenti britannico, Michael Nyman, alfiere tra i più efficaci del postmoderno minimalismo e fino alle più recenti svolte “in progress”. A darvi forma e tensione sono i tredici tasselli dell’inno a più fuochi ed immagini “No time in eternity”, rosa di brani per consort di cinque viole più controtenore attraverso i cui pentagrammi si esplorano e scoprono radici, connessioni ed evoluzioni di ritmo, armonie e colori comuni. Ne salta fuori un’eredità, ossia, un’unica, grande tradizione identitaria riconoscibile a specchio tra le pagine sonore del Rinascimento inglese e quelle dei nostri giorni. [...]"
dalle Note di sala a cura di Paola De Simone
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Bach to Naples: Concerti Brandeburghesi
23/05/2017 Gallerie d'Italia-Palazzo Zevallos Stigliano
La Risonanza
Fabio Bonizzoni - direttore
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Fondazione Pietà de' Turchini
Stagione 2016/2017
"Danze e altre Stravaganze"
Progetto realizzato con il contributo di Palazzo Zevallos Stigliano sede museale di Intesa Sanpaolo
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Per approfondimenti: http://www.turchini.it/it/concerti-eventi/220/bach_to_naples___4/ -
D'Istanza Creativa - Hieronimus Montisardui
Rigore e Innovazione tra Regno di Napoli e Terra d’Otranto
Il progetto “Hieronimus Montisardui” vuol essere un doveroso omaggio a un importante musicista del primo Seicento originario del Capo di Leuca: Gerolamo Melcarne, detto “Il Montesardo” dal suo paese nativo.
Il Montesardo è autore del più antico trattato per chitarra spagnola e di prime opere in stile monodico pubblicate nel Regno di Napoli, dove, nel primo Seicento, ancora prevaleva lo stile polifonico.
Non si può essere certi che Gerolamo Melcarne fosse riuscito a far attecchire le nuove idee musicali nel Regno di Napoli ma siamo consapevoli che il compositore di Montesardo contribuì notevolmente a quello scambio di conoscenze, forme e stili tra i più importanti centri musicali italiani. Un personaggio eclettico che faceva suo ciò che di nuovo era nell’aria e lo riproponeva animato da un forte intento divulgativo, coerente con quanto dice nella dedica al barone Angelo Gallonio di Tricase della sua opera XII del 1612, Amphiteatrum Angelicum Divinarum Cantionum: “… Qui sibi soli scit, ac nihil in commune profert, quod imitentur, et discantalij, semper is non tam scire mihi visus est, quam invidere scientiam, et quod veteri proverbio fertur, intus canere, ut in eum rectissime torqueri possit Persij versiculus: Scire tuum nihil est, nisi te scire hoc sciat alter. Valet ea res in omnibus disciplinis, sed praecipue in Musica, de qua celebratur item aliud adagium: Occultae Musicae nullus respectus.”
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ENSEMBLE TERRA D’OTRANTO
Cristina Fanelli – soprano
Leopoldo Punziano – tenore
Angelo De Leonardis – basso
Doriano Longo – violino barocco, direzione
Pierluigi Ostuni – tiorba
Giuseppe Petrella – chitarra spagnola, tiorba
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