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Divertimenti Strumentali

Chiesa di San Rocco a Chiaia
20.30 - 21.30
  • Biglietto unico : 10 €
  • Biglietto Ridotto (Over 65, studenti fino a 25 anni,Wunderkammer carta, abbonati Teatro Stabile di Napoli, soci Fai): 7 €


Ensemble Concerto delle Muse

Katarzyna Solecka, violino

Cristina Vidoni, violoncello


BIGLIETTI DISPONIBILI IN PREVENDITA CLICCANDO QUI entro e non oltre le ore 12.00 di venerdì 6 maggio 2022.

BIGLIETTI DISPONIBILI IN SEDE CON PRENOTAZIONE CONSIGLIATA, INVIANDO UNA MAIL A segreteria@turchini.it CON INDICAZIONE DI NOMINATIVO, RECAPITO TELEFONICO E MAIL entro e non oltre le ore 12.00 di venerdì 6 maggio 2022.


E’ obbligatorio l’uso della mascherina FFP2.


Il biglietto ridotto (7,00€) potrà essere acquistato esclusivamente al botteghino presso la Chiesa di San Rocco a Chiaia prima dell’inizio del concerto, o nei punti vendita certificati di seguito indicati:

  • Concerteria, via Schipa;
  • Azzurro service, Feltrinelli – Piazza dei Martiri.

Programma

Giovanni Battista Cirri ( 1724 – 1808)

Duetto II in Fa maggiore op.1

Allegro-Adagio-Allegretto Amoroso

Domenico Gallo (1730 – c. 1768?)

Sonata III a due in Do maggio

Allegro-Adagio-Allegro moderato

Felice Giardini (1716 – 1796)

Sonata Fa maggiore per violino e violoncello

Andante-Adagio-Allegro assai

Jean-Baptiste Sebastien Bréval ( 1753 – 1823)

Duo III in Re maggiore

Charles-Antoine Campion (1720- 1788)

Duetto III in Sol maggiore op.7

Andante-Allegro-Minuetto


Divertimenti Strumentali

ll progetto dei duetti per violino e violoncello nasce dal desiderio di condividere con il pubblico un vero e proprio gioiello della musica da camera: si tratta di un meraviglioso viaggio nella fine del Settecento rivolto a chiunque desideri immergersi nella bellezza e nelle straordinarie esperienze musicali dello stile galante. Il programma, unico nel suo genere, offre l’intera gamma delle emozioni e dei colori nella loro leggerezza, semplicità, raffinatezza ed eleganza. Tra gli autori che accompagneranno questo nuovo percorso troviamo Giovanni Battista Cirri, il cui Duetto II in Fa maggiore da inizio al nostro viaggio. Fu un compositore e musicista molto apprezzato non solo in Italia ma anche a Londra, Parigi e nei territori germanici. Sebbene le sue composizioni risultino pressoché inesplorate, esse sono oggi riconosciute come opere di assoluto rilievo e meritano di essere pienamente valorizzate. Il secondo compositore che avremo il piacere di presentare è Domenico Gallo, uno straordinario rappresentante della fase transitoria tra tardo barocco e classicismo. Il Duetto numero III di Do maggiore, come tutti gli altri duetti della sua opera, ci rivela una programmatica semplicità, dovuta al fatto che l’autore concepì le sue Sonate a Due probabilmente per esecutori dilettanti. L’opera rappresenta comunque una testimonianza non trascurabile della forza espressiva del linguaggio galante: linearità, cura dei dettagli e naturalezza nutrita di modi aristocratici sottolineano la leggerezza e la scorrevolezza del tessuto musicale. La successiva Sonata in Fa maggiore per violino e violoncello di Felice Giardini è un’altra perla musicale. Felice Giardini, allievo di Giovanni Battista Somis, fu conosciuto come un abilissimo suonatore di strumenti ad arco che seppe sfruttare questa famiglia di strumenti al fine di ottenere il suono migliore; scrisse musica per quasi tutti i generi in voga nella sua epoca. La sua musica da camera combina lo stile galante con gli elementi tipici del medio classicismo di J. C. Bach, degli Stamitz e della scuola di Mannheim. L’unico compositore straniero, in questa meravigliosa compagnia, è Jean-Baptist Bréval, che scrisse composizioni in larga parte strumentali. La sua musica riflette un amore per melodie armoniose e ritmi energici tipici della musica dell’ambiente parigino. Il Duetto III in Sol maggiore di Charles-Antoine Champion chiude il nostro emozionante viaggio musicale. Champion è un’altra personalità importante per il periodo di transizione verso gli stilemi del gusto del classicismo. Allievo di Giuseppe Tartini, la sua scrittura violinistica appare spesso originale e ricca di innovazioni tecniche. Il nuovo sentire che viene presentato, è caratterizzato dalla semplicità e dalla chiarezza della forma musicale, abbandonando dunque la complessità e la severità del contrappunto barocco; alle imponenti strutture formali si preferisce una miniatura finemente modellata, una ritmica vivace, graziosa e leggera. Un vero e proprio divertimento musicale, raffinato ed illuminante nella sua semplicità in cui tutta l’abilità di chi suona deve essere posta nel realizzare la melodia. Essa, infatti, viene generalmente scritta in modo piuttosto elementare: spetta all’interprete e alla sua sensibilità renderla espressiva, ‘parlante’, di modo tale che possa toccare le più intime fibre degli ascoltatori e commuoverli nel profondo del loro animo.


Note di sala a cura di Paola De Simone

In tutte le case aristocratiche o borghesi del Settecento in Europa, finanche nei ranghi coronati, c’era pur sempre qualche violinista di vaglia e buon talento, dilettante o meno, che poteva contare sull’accompagnamento al grave di un altro strumento, generalmente un violoncello. La prassi, radicata nella colta Sonata da chiesa, avrebbe poi assunto verso la seconda metà di quello stesso secolo, nel solco della forma del trio e di una straordinaria espansione del repertorio, connotati più leggeri, talvolta di cimento, in parallelo all’ascesa dell’organico classico più nobile e serioso da camera, ossia il quartetto. Ciò accadeva ai tempi di Mozart e di Beethoven ma, nei decenni a cornice, risulta particolarmente interessante il definitivo rodaggio dei fondamentali criteri preclassici entro il gioco di equilibri in sinergia fra divertimento e impegno virtuoso, fra la ricerca di un’affabilità melodica e il serrato dialogo in contrappunto, fra il gusto ludico, gli effetti di colore e i tracciati di una tecnica affatto trascurabile.

Cambiando latitudine, stile e formula, parlando di Sonata o di Duetto, risultano dunque particolarmente chiare le finalità d’intesa fra i due strumenti, così come costanti si rivelano le carature idiomatiche e di schema.

Interessante per il singolare rilievo riservato allo strumento generalmente destinato al sostegno, anticipando soluzioni di lì a breve boccheriniane, è già il caso dell’ancora troppo poco noto violoncellista, compositore e didatta nato e morto a Forlì Giovanni Battista Cirri, di cui si ascolta il Duetto II in Fa maggiore op. 1. Vissuto piuttosto a lungo fino a toccare, dal primo quarto del Settecento, quasi il primo decennio del secolo a seguire, compie studi anche con il celebre padre Martini di Bologna e, prima di rientrare definitivamente nella propria città d’origine come organista e maestro di cappella in Cattedrale, arriva a suonare nei principali circuiti concertistici della Germania, di Parigi e Londra, divenendo musico da camera e direttore della musica, rispettivamente, del Duca di York e del Duca di Gloucester, fratello di re Giorgio III. Avrebbe inoltre suonato alcuni assoli durante l’esordio londinese del diciottenne Mozart e avrebbe preso parte ai rinomati concerti pubblici organizzati da Karl Friedrich Abel con Johann Christian Bach. E proprio nello stesso anno 1782 in cui quest’ultimo in parallelo al grande Farinelli e al Metastasio si spegneva, diventa alla bellezza di quasi sessant’anni primo violoncello a Napoli in quel che fu il nostro palcoscenico per eccellenza della commedia per musica, il Teatro de’ Fiorentini.

Violinista fu invece Domenico Gallo, veneziano per nascita e, dal punto di vista biografico, compositore di musica sacra, di sonate e concerti dalle tappe ancora piuttosto oscure, data e città di morte comprese. Viceversa, alcuni suoi lavori a tre sono passati in fretta nel Novecento in primo piano ma grazie all’erronea attribuzione fattane da Stravinskij al Pergolesi citando nel Pulcinella ben sette sue Sonate. La Sonata III a due in Do maggiore ne offre un chiaro saggio in termini sia di perizia strumentale che d’invenzione.

Parimenti violinista (allievo del mitico Giovanni Battista Somis) e compositore, ma storicamente ben più noto, il torinese Felice Giardini variamente denominato Dejardin, de Giardini, Degiardino e con ulteriori declinazioni, avrebbe sviluppato abilità tali (da Jommelli giudicate fin troppo virtuose se non arbitrarie) da entrare presto negli organici del Teatro Regio della sua città e, a seguire, del Teatro San Carlo di Napoli.  Quindi, stesso tour artistico toccato a Cirri (Berlino, Parigi, Londra) più giro in Russia, dove avrebbe terminato i suoi giorni. Fu music master del duca di Gloucester e di Sir William Hamilton sia a Londra che a Napoli, attivo anche in ambito vocale e d’opera. La Sonata in Fa maggiore per violino e violoncello ne attesta il portato fondamentale al passaggio fra era galante e nuovo stile Classico.

Con Jean-Baptiste Sebastien Bréval si passa alla Francia ma si torna al violoncello, il cui incontro in pentagramma con il violino ben esalta, come nel Duo III in Re maggiore in programma, il duplice interesse per una spiccata generosità melodica e per impennate di acceso virtuosismo. Anch’egli partecipò alle principali organizzazioni di concerti e fece parte di un’importante compagine teatral-strumentale, l’Orchestra dell’Opéra National de Paris.

Infine il lorenese Charles-Antoine Campion, spesso citato in forma italianizzata come Carlo Antonio Campioni, probabilmente allievo di Tartini, teorico e clavicembalista virtuoso, frequentatore di padre Martini – con il quale condivise la passione per il collezionismo di musiche antiche – quindi musicista di punta del Granducato di Toscana, tanto che anche lui ebbe a suonare con il quattordicenne Mozart durante la sosta fiorentina dell’enfant prodige di Salisburgo. Dal suo consistente catalogo, diviso fra il genere sacro e un’importante produzione strumentale con copie manoscritte presenti in tutto il mondo, si ascolta il Duetto III in Sol maggiore op. 7 databile intorno al 1770, tratto com’è dalla prima delle due raccolte, da sei esempi ciascuna, per violino e violoncello. E, anche in tal caso, la scrittura dialettica fra i due strumenti in campo sdogana definitivamente forma, logica e sintassi guardando agli stilemi del Classicismo maturo.


Katarzyna Solecka, nata in Polonia. L’approccio al violino barocco comincia nel 2006 nella classe di ad. II st. Z. Kaczmarskiego presso l’Accademia di Musica di Cracovia dove consegue il diploma di violino barocco nel 2011. Nel 2012 ottiene una borsa di studio dalla città di Cracovia e una dall’orchestra Academia Montis Regalis. Nello stesso anno inizia a seguire il corso di violino barocco di Enrico Onofri al Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo laureandosi nel 2016 con il massimo dei voti, lode e menzione. È vincitrice della borsa di studio del Ministero della Cultura Polacca “Młoda Polska”. Collabora con vari ensemble e orchestre barocche tra cui Capella Cracoviensis, Academia Montis Regalis, Ensemble Talenti Vulcanici, Auser Musici, Europa Galante, Il Pomo d’oro Orchestra, Divino Sospiro, Concerto de’Cavalieri, Orchestra del Festwochen der Alten Musik, Musica Antiqua Latina, Accademia Bizantina e a breve collaborerà anche con Rinaldo Alessandrini e il suo Concerto Italiano, prendendo parte a numerosi e prestigiosi festival internazionali di musica antica. Ha collaborato con i più celebri artisti nel campo di musica antica tra cui: D. Sinkovsky, Jaap ter Linden, A. Bernardini, A. Moccia, E. Gatti, P. McCreesh, F. Bonizzoni, O. Centurioni, E. Onofri, A. de Marchi, V. Dumestre, Ch. Rousset, K. Junghänel, G. Sollima, F. Biondi, M. Glodeanu, P. Nikitassova. Dal 2014 fa parte dell’ensemble Giardino di Delizie, che si occupa principalmente di musica barocca romana e polacca. Oltre l’attività concertistica in varie città europee ha inciso 4 dischi per l’etichetta Brilliant Classics con la musica inedita dei compositori romani e polacchi. Oltre varie registrazioni live per Radio Polacca, Radio Italiana, Austriaca e Tedesca ha inciso vari dischi e DVD per le case più prestigiose etichette discografiche come: Brilliant Classics, Naive, Arcana – Outhere, Erato –Warner, Sony Classics, Decca Classics, EMI, Deutsche Harmonia Mundi. Negli anni precedenti ha tenuto la classe di violino e violino barocco presso Accademia Musicale “Stefano Strata” di Pisa. Oltre l’attività concertistica professionale come solista e cameralista, musicoterapia ha iniziato a far parte importante nel cerchio dei suoi interessi e nel 2019 l’ha portata a seguire il corso di Musicoterapia educativa e riabilitativa e dal 2020 è iscritta alla Scuola di formazione in musicoterapia a Roma.


Cristina Vidoni, nata a Udine (Italia) nel 1989, inizia a suonare violoncello all’età di 6 anni con il Prof. E. Francescato, sotto la guida del quale ottiene, nel 2009, il Diploma con il massimo dei voti, “cum laude” e menzione speciale presso il Conservatorio “J. Tomadini”. A fianco agli studi musicali accademici, partecipa a masterclass e workshop con numerosi violoncellisti come E. Bronzi, M. Brunello, E. Dindo, M. Flaksman, M. Scano, L. Franzetti, W. Panhofer, O. Mueller . Dal 2011 i suoi studi di violoncello proseguono in Svizzera, nella classe di R. Rosenfeld presso la Musik Hochschule di Basilea; qui, nel 2013, ottiene il “Master in Music Performance”. L’approccio al violoncello barocco nasce grazie a W. Vestidello (Sonatori della Gioiosa Marca) e ai numerosi corsi da lui tenuti e si
sviluppa poi, nel corso degli anni, all’ interno dello stimolante contesto musicale di Basilea; l’esperienza della Schola Cantorum come allieva di C. Coin e P. Skalka si conclude nel 2015 con un altro “Master in Music Performance” in “Violoncello in Alte Mensur”. Nel 2014 suona con il Quatuor Mosaïques per il concerto inaugurale della stagione di Palazzetto Bru Zane a Venezia. Dal 2015 fa parte del gruppo “Giardino di Delizie”, ensemble che si dedica all’approfondimento della musica barocca romana e polacca e che, già esibitosi in Olanda, Finlandia, Polonia e varie città italiane, ha appena registrato il suo primo CD con tutte le triosonate del compositore romano C. A. Lonati. Nel 2016 partecipa, come solista assieme ad Ophélie Gaillard, Marco Frezzato e Vladimir Waltham, ad una serata del Festival di Sablé dedicata interamente ai concerti per violoncello di A. Vivaldi. Numerose masterclass con M. Ceccato, M. Valli e M. Testori e frequenti collaborazioni con ensemble barocchi tra cui Il Pomo d ‘oro, Concerto Italiano, Les Ambassadeurs, Ensemble Cafè Zimmermann, Ars Musica Zuerich, Accordone Ensemble, Ensemble Symposium, Cappella Neapolitana e Ensemble Pulcinella.


L’ Ensemble Concerto delle Muse, formato da Katarzyna Solecka al violino e Cristina Vidoni al violoncello, nasce da una stretta collaborazione tra le due musiciste. Dopo i lunghi percorsi di studio nelle più importanti istituzioni musicali italiane ed europee (tra cui l’Accademia di Musica di Cracovia, il Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini di Palermo e la Schola Cantorum Basiliensis) e le varie collaborazioni con gli ensemble più noti nel campo della musica antica (come Europa Galante, Pomo d’oro Orchestra, Divino Sospiro, Capella Cracoviensis, Concerto de’ Cavalieri, Cappella Neapolitana, Concerto Italiano), anche le importanti esperienze solistiche hanno contribuito significativamente alla loro crescita musicale. Negli anni le musiciste hanno quindi potuto apprezzare e coltivare una grande condivisione di esperienze musicali, visioni artistiche e, non ultima, una profonda stima reciproca. Il progetto dei duetti per violino e violoncello nasce dal desiderio di condividere con il pubblico un vero e proprio gioiello della musica da camera: si tratta di un meraviglioso viaggio tra la fine del ‘700 e la prima metà dell’ ‘800, rivolto a chiunque desideri immergersi nella bellezza e nelle straordinare esperienze musicali del periodo tardo barocco e dello stile galante. Il programma, unico nel suo genere, offre l’ intera gamma delle emozioni e dei colori nella loro leggerezza, semplicità, raffinatezza ed eleganza. Tra gli autori che accompagneranno questo nuovo percorso, Giuseppe Torelli, Carlo Tessarini, Anton Stamitz, Giovanni Battista Cirri, Domenico Gallo ed altri.

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