Entre La Rosa et le Jasmin
Il concerto intende esplorare il vasto repertorio di canzoni in lingua ladina attribuibili alle comunità sefardite presenti nei grandi centri…
La Petite Écurie
Miriam Jorde Hompanera, oboe
Marc Bonastre Riu, taille/oboe
Giovanni Battista Graziadio, bassoon
Philipp Lamprecht, percussion
Valerie Colen, oboe
BIGLIETTI DISPONIBILI IN PREVENDITA CLICCANDO QUI entro e non oltre le ore 12.00 del 7 novembre 2021.
BIGLIETTI DISPONIBILI IN SEDE CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA, INVIANDO UNA MAIL A coordinamento@turchini.it CON INDICAZIONE DI NOMINATIVO, RECAPITO TELEFONICO E MAIL entro e non oltre le ore 12.00 del 7 novembre 2021.
Francia
Jean Baptiste Lully ( (1632 – 1687) from the Manuscript Philidor of Versailles
Marche de Savoye – L’Assemblée – La Retraitte
Joseph Bodin de Boismortier (1682-1765): Sonata op.34 n.1 in g minor, Paris 1734
Adagio – Presto – Adagio – Allegro
Inghilterra
James Paisible (ca. 1656-1721): Prélude IV in g minor
Entrée – Aire – Hornepaipe – Menuet – Passacaille
Henry Purcell (1659-1695): Suite Angloisse from “The Fairy Queen”, “Bonduca” and “King Arthur”
Preludio – Song tune – Hornpipe – Ouverture – Aire – Rondeau – Aire – Hornpipe – Aire – Trompette – Aire – Gigue
Italia
Antonio Vivaldi (1678 – 1741): Concerto in g minor, RV 153
Allegro – Adagio – Allegro
Germania
Johann Christian Schieferdecker (1679-1732): Concerto n.13 in c minor, Hamburg 1713 Ouverture – Gavott – Bouree – Menuet alternativement avec le Trio – Chaconne
All’interno di questo Grand Tour, vorremmo mostrare il ruolo del gruppo di oboe in tutta Europa suonando musica proveniente da diversi paesi ma anche scoprendo un repertorio che originariamente non appartiene alla nostra formazione.
Il nostro viaggio musicale inizia in Francia dove l’oboe ha avuto un ruolo importante alla corte di Luigi XIV. Il re apprezzava molto la musica e le arti e riceveva lui stesso lezioni di ballo. Alla sua corte reale, la maggior parte dei suonatori di fiati era impiegata presso la “Grande Écurie”, che era un’istituzione musicale.
Dopo la Francia, continuiamo il nostro viaggio in Inghilterra, dove l’oboe divenne molto popolare, influenzato dalla Francia stessa. Il suonatore di oboe francese Jacques Paisible, o James Paisible, arrivò in Inghilterra e divenne il compositore preferito della regina Anna.
Dall’Inghilterra rivolgiamo la nostra attenzione all’Italia. Sebbene vi siano prove dell’esistenza di gruppi di oboe in Italia, non è sopravvissuta alcuna musica italiana originale per questa colonna sonora. Per questo abbiamo arrangiato un concerto per archi di Antonio Vivaldi, che amava molto sia l’oboe che il fagotto, come dimostra la sua vasta quantità di concerti solisti per questi strumenti.
Un altro paese che offre un grande tesoro di musica per l’oboe è la Germania, l’ultimo paese del nostro viaggio musicale. Ci sono pezzi notevoli di compositori come Johann Casper Ferdinand Fischer, Johann Philipp Krieger e Johann Christian Schieferdecker.
Nella ‘Musicalische Conzerte’ Schieferdecker menziona nella prefazione che i concerti per archi e per oboe e fagotto, possono essere suonati anche con tre oboi e fagotto, se gli archi non sono disponibili.
Per concludere la nostra avventura abbiamo organizzato un tradizionale Paso Doble spagnolo per La Petite Écurie, per tornare alle radici dei musicisti dell’ensemble.
La Petite Écurie
Note di sala a cura di Paola De Simone
Luminoso e brillante ma, anche, profondamente espressivo nel dar suono e sostanza a una cantabilità d’intensità sinuosa e dolcemente patetica peculiare dell’haute musique, la musica alta dei divertimenti musicali di corte o di scena in tour fra le principali e più belle città dell’Europa barocca.
È così che l’oboe, strumento ad ancia doppia e canna conica di antiche origini mediorientali e d’uso rituale o militare, giunto in Occidente attraversando la Sicilia e i Balcani dopo l’anno Mille e presto con fortuna impiegato in Spagna, in Italia come in Germania in ambito sia colto che popolare in foggia di cialamello o ciaramella in unione alla più scura bombarda, arriva a svettare nell’ensemble della Grande Écurie. Ossia, la grande scuderia del Re Sole che accoglieva i 600 cavalli reali, paggi, palafrenieri ma anche i musicisti, da cui sarebbero uscite le timbriche più amate della Francia seicentesca nell’era del re Sole, dopo l’esordio con relativa denominazione di hautbois (letteralmente alto legno, a probabile legame con il genere dell’alta musica) nell’opera pastorale Pomone (1671) di Cambert e con ruoli già assolutamente significativi nell’economia dell’orchestra organizzata da Lully.
Inizia dunque da qui il viaggio in ascolto che, nell’unione a più voci di un tipico consort di due oboi, oboe tenore (taille) più fagotto e percussioni, arriva a toccare e a restituire tracce e mete fondamentali della più alta stagione creativa per tale tipologia di strumenti.
Il trittico la Marche de Savoye, L’Assemblée e La Retraitte dal Manuscript Philidor di Versailles riconducono a una figura cardine della vita musicale e teatrale francese, di riferimento assoluto per la stesura di pastorali e balletti, per la direzione degli organici e per la peculiare definizione sia della tragédie lyrique su testi di Quinault che della comédie-ballet su testi di Moliere. Ossia, Giovanni Battista Lulli, brillante compositore, abile strumentista e straordinario mimo e ballerino fiorentino che, a seguito dei suoi grandi successi parigini, sarebbe stato naturalizzato francese passando alla storia con il nome di Jean Baptiste Lully. Nominato nel 1653 dallo stesso Luigi XIV compositeur de la musique instrumentale e, nel 1661, surintendant de la musique de la chambre du roi, nonché fondatore della ferrea orchestra dei Petite violons, a lui si rivolse il giovane Vittorio Amedeo di Savoia nell’anno 1685 per la composizione di una marcia militare per i suoi reggimenti d’ordinanza. Il Lully gli avrebbe presentato inizialmente solo quattro battute per la batteria di tamburi quindi, ricevuti ampi consensi, vi avrebbe aggiunto cinque arie per oboe, fra cui L’assemblée, breve brano dalle originali disposizioni intervallari, e la baldanzosa La retraitte. Da quel momento la prima pagina sarebbe divenuta la sigla dei reggimenti sabaudi e, a seguire, il vero e proprio inno nazionale del Piemonte.
Sempre in Francia ma ai primi decenni del Settecento ci guida l’opera di Joseph Bodin de Boismortier, autore notevolissimo di oltre 130 raccolte di musiche e, in special modo, di pagine per fiati di un genere pastorale originalmente nobilitato ricorrendo a una serrata texture contrappuntistica. Ne è esempio il bel Presto che costituisce il secondo movimento tratto dalla prima delle Sei Sonates à quatre parties différentes et égalment travailées op. 34, lavori di sapiente quanto raffinata fattura, editi a Parigi nel 1731.
Spostandoci in Inghilterra, i riferimenti grosso modo coevi qui sono due. Il primo, meno noto, è Jacques Paisible, per lo più indicato come James Peasable o Paisible. Dunque artista barocco francese ma attivo per circa quarant’anni in Terra d’Albione (dunque sul fronte artistico inglese a tutti gli effetti), dove sarebbe arrivato nell’anno 1673 come uno dei quattro oboisti al seguito di Robert Cambert. Fra le sue opere, si registrano lavori teatrali, per lo più nel genere della comédie-ballet, le Sei Sonate per flauto op. 1 e i Setts di Arie e Suites op. 2 da cui sono tratte le tipiche arie o danze (Preludio, Entrée, Aire, Hornpipe, Menuet, Passacaille) in ascolto, come da tradizione raccolte in silloge sotto le diverse tonalità.
Celeberrimo, viceversa, è Henry Purcell, precoce talento musicale che compie i primi passi come corista, poi apprezzato “fabbricante, riparatore, accomodatore e accordatore” di organi, virginali, flauti e di qualsivoglia altro strumento a fiato di Sua Maestà come da registri dell’Orchestra Reale del 1673. Dieci anni più tardi diventa organista nell’abbazia di Westminster per poi restare definitivamente nell’albo d’oro della Storia, come compositore cardine della musica britannica barocca con opere cult (Dido and Æneas, King Arthur, The Fairy Queen, The Indian Queen, The tempest) e una significativa produzione di Sonate, Fantasie e Suites strumentali attente ai coevi modelli sia italiani che francesi. A sintesi ed emblema di una simile produzione se ne propongono alcuni estratti con la Suite Angloisse da The Fairy Queen, Bonduca e King Arthur nella canonica sequenza di movimenti, anche qui, di danza o di arie più i canonici Preludio e Ouverture.
Una speciale attenzione per i legni, così come attestato dai suoi Concerti per flauto, oboe e per fagotto oltre ai tanti per archi e continuo, ebbe poi Antonio Vivaldi, compositore fra i massimi del Barocco musicale italiano. Il Concerto in sol minore ne evidenzia, in particolare, l’attenzione per la sperimentazione concertante su tutti gli strumenti in campo, lavorando su una scrittura delle singole parti atta a sostituire le funzioni del ripieno e nei tempi esterni ad evocare, più che a realizzare, il gioco barocco dei contrasti fra blocchi sonori contrapposti.
L’ultima tappa spetta alla Germania, con il Concerto n. 13 in do minore del compositore, organista e clavicembalista sassone Johann Christian Schieferdecker, vissuto fra il 1679 e 1732, continuista al Teatro dell’opera di Amburgo, successore di Buxtehude in qualità di organista della Chiesa di Santa Maria di Lubecca, autore di Concerti e di numerose pagine sacre. L’impronta dello stile, così come riconoscibile sin dall’Ouverture del Concerto databile 1713 e qui proposto con tre oboi, un fagotto più tamburo e tamburello, sembra ora anticipare, ora raccogliere l’altisonante tradizione tedesca delle Suites per orchestra di Bach e le opalescenti sortite händeliane per i cerimoniali britannici, le più morbide risonanze di Francia e il vivo smalto del tardo Rinascimento italiano. Come a racchiudere in tour e a cerchio una preziosa formula sonora che idealmente riproduce, con il respiro e l’arte di una scuderia piccola quanto di massima suggestione, fasti, delizie ed onori delle principali corti dal Barocco d’Europa.
La Petite Écurie
La Petite Écurie è un gruppo di oboe che esegue musica del XVII e XVIII secolo su strumenti storici: due oboi, taille, fagotto e percussioni. Il nome dell’ensemble si riferisce alla “Grande Écurie”, un’istituzione musicale alla corte reale di Luigi XIV a Versailles, dove erano impiegati la maggior parte dei suoi suonatori di fiati.
Miriam, Valerie, Marc, Giovanni e Philipp si sono conosciuti al Festival Musica Antica di Urbino (I) nel 2018. Dopo aver suonato insieme con grande entusiasmo al corso di musica barocca di Alfredo Bernardini, hanno deciso di formare insieme un gruppo di oboe. Da allora, sono stati invitati a tenere concerti in diversi festival, tra cui l’Internationale Barocktage di Melk (AT), il Valletta Baroque Festival (Malta) e il Musikfestspiele Potsdam Sanssouci (DE).
Il gruppo è stato recentemente selezionato dal REMA (European Early Music Network) come un nuovo promettente ensemble e invitato ad esibirsi di fronte a un’ampia selezione di promotori europei di musica antica.
I musicisti di La Petite Écurie suonano regolarmente anche altrove: Miriam Jorde Hompanera ha iniziato i suoi studi con Katharina Arfken e ha proseguito per anni di studi post-laurea con Alfredo Bernardini. È anche membro fondatore dell’ensemble El Gran Teatro del Mundo. Miriam è stata membro dell’EUBO (European Union Baroque Orchestra) e suona con diversi ensemble, come la Freiburger Barockorchester. Valerie Colen divenne una studentessa di oboe barocco di Alfredo Bernardini, dopo aver terminato i suoi studi di oboe moderno. Oltre a suonare l’oboe barocco con ensemble come Hofkapelle München, Akamus e Freiburger Barockorchester, ha avuto un contratto temporaneo con l’oboe moderno nell’Orchestra Mozarteum di Salisburgo e attualmente ha un posto fisso nella Noord Nederlands Orkest (NL).
Marc Bonastre Riu ha studiato oboe moderno con Thomas Indermühle e Jaime González, e ha continuato a studiare oboe storico con Katharina Arfken e Omar Zoboli alla Musik Akademie di Basilea. Attualmente Marc sta studiando con Alfredo Bernardini all’Università Mozarteum di Salisburgo (AT).
Marc suona spesso con la Kammerorchester Basel, La Scintilla, L’Arpa Festante e I Barrocchisti. Recentemente, Marc è diventato insegnante di oboe presso il Conservatorio di Berna (CH). Giovanni Battista Graziadio ha studiato fagotto storico con Maurizio Barigione, Giorgio Mandolesi, Alberto Grazzi e Donna Agrell. È anche membro fondatore dell’Abchordis Ensemble e di The Italian Consort e suona con orchestre come Concerto Romano, Kammerorchester Basel e I Barocchisti. È anche ricercatore della Schola Cantorum Basiliensis (Basilea, Svizzera) che lavora al progetto “Fagottini e Tenoroons” (fondato dal Fondo Nazionale Svizzero della Scienza) e dottorando presso l’Università di Basilea. Philipp Lamprecht ha studiato percussioni con Peter Sadlo all’Università Mozarteum di Salisburgo (AT), dove è diventato insegnante di percussioni nel 2015. Oltre ad essere specializzato in musica contemporanea, Philipp è molto attivo come percussionista rinascimentale e barocco. È membro fondatore dell’ensemble Duo Enßle-Lamprecht e suona spesso con Berlin Baroque, Münchner Hofkapelle e Concerto Köln.
Oltre a eseguire musica scritta originariamente per il gruppo di oboe, l’ensemble amplia il suo repertorio suonando musica contemporanea e tradizionale, nonché musica orchestrale arrangiata per La Petite Écurie.
I loro prossimi concerti li porteranno in tutta Europa e includono impegni a Vienna, Urbino e Lussemburgo.
Reggio Emilia
Padova