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In-Cantiamoci

A PIU’ VOCI - II ed. Rassegna Corale Polifonica

Chiesa di San Rocco a Chiaia
19.00 - 20.00
Gratuito

Coro di Voci bianche di San Rocco e Le Voci del 48

Salvatore Murru, direttore

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Programma

I Tempo

  • Vuelie – Frode Fjellheim (1959)/Christophe Beck (1972)

Musica antica

  • Chi la gagliarda donne vo’ imparare – Giovanni Domenico da Nola (151020 ca. – 1592)
  • Saccio na cosa – Orlando dì Lasso (1532 – 1594)

Rielaborazioni su partimenti di G. Greco (adatt. S. Murru)

  • La Violetta
  • No cchiù Ciccillo mio
  • Sì come crescon

Gaetano Greco (1661-1730)

II Tempo

  • La Bici – Piero Caraba (1956)

Musica per immagini

Dal film del 2004 diretto da Christophe Barratier Les choristes:

  • Vois sur ton chemin
  • Compere Guilleri
  • Caresse sur l’ocean

Bruno Coulais (1954)

  • Hymne a la nuit – Jean-Philippe Rameau (1683 – 1764)

III Tempo

  • The Rose – Ola Gjeilo (1978)

Musica sacra

  • Past life melodies – Sarah Hopkins (1969)
  • Preludio – Piero Caraba (1956)
  • Nigra sum – Pablo Casals (1876 – 1973)
  • Cum sancto spiritu (dalla Petite messe solennelle) – Gioacchino Rossini (1792-1868)

Il Coro di Voci bianche di San Rocco e Le Voci del 48

Il coro è una pratica esecutiva comune a tutte le civiltà, dai tempi più remoti, la voce lo strumento più antico che si conosca sul quale l’evoluzione tecnologica e organologica non hanno esercitato la propria influenza trasformativa, come è successo per gli altri strumenti, cosicché la sua storia e le sue forme coincidono in gran parte con quelle della musica stessa. Quella corale rappresenta, nei bambini, un’importante esperienza a prescindere dal valore artistico/musicale. Gli studiosi confermano l’importanza che il canto corale determina per la dimensione cognitiva, emotiva, affettivo-relazionale di ciascun individuo. In molti paesi occidentali l’attività corale è obbligatoria in ogni struttura scolastica, spesso con il risultato che ogni centro, anche piccolo, ha la sua compagine. Napoli esprime attraverso numerose esperienze questa sensibilità, con alcuni risultati di grande eccellenza: è il caso del Coro di voci bianche Le Voci del 48, nato da una proposta formativa promossa dal 48° Circolo Didattico Statale Madre Claudia Russo, che – per gli effetti del D.M. n. 8/2011 – è inserito nell’Albo Regionale dell’Ufficio Scolastico per la Campania tra le scuole ad indirizzo musicale. Dal 2016 la compagine vocale condivide parte dei suoi percorsi e progetti musicali con il Coro di Voci Bianche di San Rocco, nato dal progetto “Liberi di Cantare” promosso dalla Fondazione Pietà de’ Turchini grazie alla guida del comune direttore Salvatore Murru, docente del 48° Circolo Didattico. I progetti realizzati finora hanno raccolto notevole apprezzamento e consenso e sono stati altrettante opportunità di crescita artistica, culturale ed umana. I due cori infatti provengono da realtà socioculturali e territoriali assai diverse: il primo ha radici in un’area assai complessa e difficile, nella periferia orientale della città (tra Barra, S. Giovanni a Teduccio e Ponticelli), ma che mira ad essere un baluardo di promozione sociale e culturale; il secondo nel pieno centro della città, Chiaia, con problematiche completamente diverse, ma altrettanto afflitta da una deprimente involuzione della sensibilità per l’arte e la musica. Una importante occasione di confronto internazionale e di rilancio di una tradizione gloriosa, di cui le nuove generazioni devono sentirsi portatrici, si è offerta ad aprile 2018 grazie al Concorso Internazionale di Voci Bianche bandito dall’organizzazione Il Garda in Coro, giunto alla VI edizione e al quale le due formazioni vocali unite in coro hanno presentato la loro candidatura. La Formazione ha riunito oltre 60 bambini, che hanno dato il meglio di sé in un contesto autorevole ed internazionale. Siamo abituati a vedere viaggiare il nome di Napoli attraverso i suoi cantanti di successo, i suoi artisti professionisti inseriti nei contesti produttivi di tutto il mondo, ma sono rare le occasioni che si offrono ai bambini e alle loro famiglie. Questa è stata una di quelle, in cui l’obiettivo è stato raggiunto dalla stessa partecipazione ad una esperienza per molti di loro unica e gratificante, fortemente emozionale. Il Coro in quest’occasione haconquistato, mostrando sicurezza e passione per il canto, il PREMIO SPECIALE “Choir with the lowest average age”.L’esperienza è stata sensazionale, contesto di livello qualitativo molto alto, loro eravamo i più piccoli e i più numerosi, e soprattutto i soli a cantare, fra l’altro, musica napoletana. (https://youtu.be/qcYdrXuDT-Q)

Le rotaie sulle quali ha viaggiato il carico di note vocali sono state quelle della speranza in un futuro migliore, della condivisione di ideali e sogni tra bambini di estrazione diversa, dell’amore per la musica e l’arte, della fiducia nella vita e nelle occasioni che essa sempre potrà offrire, dell’orgoglio di partecipare ad una competizione tra realtà di livello qualitativo altissimo. Il progetto ha visto la Fondazione impegnata in prima fila tra i sostenitori di questa scommessa, che ha garantito un’esperienza indimenticabile a tutte le famiglie di ogni singolo bambino, ha suscitato attenzione e aspettative nella platea dei sostenitori, il cui investimento è stato foriero di ulteriori sviluppi e scatti di crescita dell’intero territorio di Napoli e della sua periferia, per una volta fuori dai più notori schemi di esempi negativi, per diventare sfondo ad una bravura quale esito di serio impegno, per essere “in-Cantati” dalla musica.


In-Cantiamoci

Coro di Voci bianche di San Rocco e Le Voci del 48

A PIU’ VOCI – II ed. Rassegna Corale Polifonica


Con il contributo di Banca di Credito Popolare


Il repertorio eseguito dal coro è idealmente divisibile in tre diversi blocchi tematici: musica antica, musica per immagini e musica sacra. Si è perciò pensato di dare esattamente questo tipo di ordine al programma. Ognuno dei tre momenti sarà comunque introdotto da un brano a sé stante non riferibile ai successivi. Si aprirà con la musica antica, con brani legati in qualche modo alla nostra città: Chi la Gagliarda è difatti una composizione di Giovanni Domenico da Nola, operante a Napoli nel XIV sec. Orlando di Lasso, contrappuntista fiammingo, nel suo Libro de’ villanelle, moresche e altre canzoni a 4, 5, 6 e 8 voci, include una raccolta di composizioni profane di natura popolare, tra cui Saccio ‘na cosa, villanella napoletana di cui il celebre autore ne elabora una versione a quattro voci. Gli altri tre brani che seguono sono il risultato di un recente lavoro su partimenti usati a scopo didattico dal compositore e didatta del XV sec. Gaetano Greco, maestro dei ‘figlioli’ del Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo di Napoli. Sui bassi e la principale linea melodica presenti sui manoscritti di Greco, Salvatore Murru, direttore del coro ha sviluppato un’elaborazione a più voci adattando per il testo liriche dello stesso periodo. L’intera sezione è introdotta dal brano Vuelie, che rimanda a tutt’altre suggestioni. Il brano di sapore chiaramente nordico è il tema principale del film d’animazione Frozen, attualmente in riproduzione nelle sale cinematografiche per il secondo episodio. Nella seconda parte, introdotta dal brano La Bici del compositore italiano Piero Caraba, invece, l’attenzione si rivolge alla musica da film ed in particolare al film francese del 2004, Les Choristes, di cui saranno eseguiti due brani originali del compositore Bruno Coulais, un motivo popolare ed infantile francese, Compère Guilleri e l’Hymne à la Nuit tratto da un tema di Jean-Philippe Rameau, armonizzato in seguito da Joseph Noyon.

L’ultima parte, più cospicua, sarà aperta con il brano The Rose, lavoro del norvegese Ola Gjeilo su testo di Cristina Rossetti, poetessa inglese, figlia di quel Gabriele Rossetti letterato ed erudito italiano, costretto dalle vicissitudini ad abbandonare l’Italia per stabilirsi poi a Londra. Il brano introduce il genere sacro con musiche di periodi anche differenti, in cui sarà possibile notare come nell’ambito dell’analogo genere modi e linguaggi possano essere diversi tra loro. Apre la sezione Pastlife melodies dell’australiana Sarah Hopkins con uno spunto melodico molto evocativo e riconoscibile che cede gradualmente il posto ad una fascia sonora su cui si innesca un nuovo motivo, completamente diverso, un ostinato. Segue il Preludio del già eseguito P. Caraba, di natura più intima in cui l’assolo, quasi gregoriano, su cluster corale sembra ricordare la solitudine dell’uomo contrapposto alla sua aspirazione verso l’alto e ricerca di senso. Ugualmente intimo ma di natura assai diversa il Nigra sum sed formosa di Pablo Casals. Dolcissima melodia in cui è riconoscibile più volte il carattere ispanico, è una celebrazione sublime dell’amore. Chiude celebrativo e solenne Cum Sancto Spiritu, tratto dalla Petite messe solennelle di Gioacchino Rossini, una fuga a quattro parti che chiude nel migliore dei modi il programma.

Salvatore Murru

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