Entre chien et loup
Inter canem et lupum, Tra cane e lupo, Entre chien et loup, è una locuzione antica, che compare già nel…
Francesco Pareti, fortepiano
Consulenza musicologica di Paologiovanni Maione
INGRESSO GRATUITO.
E’ obbligatorio l’uso della mascherina FFP2.
Il concerto sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.
https://www.facebook.com/conservatorio
dimusicasanpietroamajelladinapoli
Programma
GIOVANNI PAISIELLO
Preludio e Rondò in Sol maggiore (R. 8. 14/03, 04)
Preludio e Rondò in Mi ♭ maggiore (R. 8. 14/09, 10)
Sinfonia in Mi ♭ maggiore dall’opera ‘Alcide al bivio’ (R. 8. 14/13)
Rondò in Sol maggiore (R. 8. 14/14)
Rondò in Re maggiore (R. 8.14/16)
Capriccio in Do maggiore (R. 8. 14/21)
Sinfonia in Re maggiore dall’opera ‘Nitteti’
Allegro; II. Andante, III. Allegro (R. 8. 14/22, 23, 24)
Rondò in Do minore (R. 8. 14/25)
Capriccio in Re minore ‘Les Adieux de la Grande Duchesse des Russies’ (R. 8. 14/36)
Rondò in Re maggiore (R. 8. 14/37)
Sonata a cembalo solo in Do maggiore
Largo; II. Rondeaux – Andante (R.8. 14/42-43)
WOLFGANG AMADEUS MOZART
Sei Variazioni in Fa maggiore KV 398 su ‘Salve tu, Domine’
dall’opera ‘I filosofi immaginari’ di Giovanni Paisiello
La proposta di realizzare un concerto dedicato a Giovanni Paisiello, nata dal confronto con il collega Paolo Giovanni Maione, scaturisce dalla presenza nel Conservatorio di Napoli di antiche partiture manoscritte di opere tastieristiche del compositore – alcune presumibilmente inedite – , del fortepiano donatogli dalla zarina Caterina di Russia, e anche di una copia di un fortepiano viennese, di recente acquisizione, con caratteristiche simili a quelle che lo stesso Paisiello potrebbe aver riscontrato negli strumenti da lui conosciuti durante il suo soggiorno viennese del 1784.
Si intende realizzare un concerto monografico dedicato alla musica tastieristica di Paisiello utilizzando tali strumenti, al fine di avvicinare il pubblico a sonorità e a prassi esecutive prossime a quelle presenti all’epoca del compositore.
Saranno eseguite “Sonate, Sinfonie, Rondò e Capricci per Cembalo o Piano-forte di Giovanni Paisiello”.
Note di sala a cura di Paola De Simone
Vissuto fra l’esaltazione delle corti europee – nella Pietroburgo di Caterina II, in primis, dove su invito della zarina lavorò dal 1776 al 1784 in qualità di direttore musicale della cappella imperiale – e il declino delle proprie fortune artistiche parallelo al tramonto di un mondo monarchico fatto d’inchini e di antichi ideali politici, il tarantino Giovanni Paisiello fu nella sua epoca tra gli operisti più significativi nati dal fervore della scuola musicale partenopea, divenendo modello prezioso a partire da Mozart. La facilità e la freschezza della sua vena melodica, la gradevolezza degli effetti orchestrali, l’inesauribile vitalità dei ritmi e il saldo mestiere compositivo appreso nel cuore del Settecento dai maestri del Conservatorio di Sant’Onofrio a Porta Capuana (Durante, Cotumacci, Abos), si rivelano la cifra costante di una scrittura prevalentemente spesa sui pentagrammi con destinazione teatrale, vantando un indice – circa cento i titoli – superiore a quello di ogni altro suo collega proveniente da una pari formazione. Celebre, infatti, è innanzitutto il Paisiello che firma per i palcoscenici di Napoli, Pietroburgo, Vienna e Parigi, straordinarie caratterizzazioni ritmiche e melodiche: dal Socrate immaginario per il Teatro Nuovo di Napoli al Barbiere di Siviglia scritto per il Teatro della corte degli zar e lavoro celeberrimo prima del travolgente sorpasso rossiniano. Quindi, l’Idolo cinese che, nel 1768, ebbe il merito di aprire alla Reggia di Caserta il genere comico alla platea coronata e lo sperimentale, fortunatissimo Re Teodoro in Venezia del 1784 – nato dopo Pietroburgo e prima di rientrare nella sua Napoli, dunque passando per la corte di Vienna – che andava a varare l’innesto dei concertati d’azione del filone buffo sul tessuto serio, suggerendo contaminazioni geniali poi codificate da Mozart. E fino a toccare il nuovo genere delle comédies larmoyantes, felicemente sperimentato con la deliziosa Nina, o sia La pazza per amore rappresentata, in prima battuta, nel 1789 al Reale Sito del Belvedere di San Leucio, a Caserta.
Nel complesso meno noto e relativamente documentato, ma non per questo di calibro o interesse inferiore, è invece il Paisiello “non teatrale”, dedito – oltre l’ampia produzione sacra – ad un genere strumentale che in catalogo lascia nell’ultimo trentennio del diciottesimo secolo almeno in primo piano i due Concerti per clavicembalo e orchestra commissionati dalla zarina, i Divertimenti per fiati, alcuni Quartetti, un’ampia silloge di Rondeaux e capricci per cembalo, alcune Sonate per cembalo con l’aggiunta del violino.
Nello specifico della scrittura per tastiera, unitamente alle sue Regole per ben accompagnare il partimento o sia il basso fondamentale sopra il Cembalo […] fatte per uso di Sua Maestà Imperiale La Gran Duchessa di Tutte le Russie, la fonte primaria di riferimento resta il volume manoscritto da 172 carte contenente in rilegatura unica, presso la Biblioteca del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli con segnatura 34.2.16, il Libro I e II della Raccolta di Sonate, Sinfonie, e Rondò per Cembalo o Piano forte (sul dorso, Sonate diverse) con violino ad libitum e con dedica sempre alla blasonata e talentuosa granduchessa Maria Fëdorovna, di cui il Paisiello fu maestro personale. L’antologia risulta inoltre presente in copia presumibilmente di pari mano ma con titolo differente (Raccolta di varj Rondò, Capricci, e Sinfonie per Cembalo o Piano forte, Composte espressamente per uso di S.A.I. la gran Duchessa di tutte le Russie, dal Signor Don Giovanni Paisiello, all’attual servigio delle loro Maestà, in qualità di Maestro di Camera, e Compositore (R.8.14/01-38) presso la Marciana di Venezia.
Le forme contenute nella silloge di stile galante tardosettecentesco, come da indice manoscritto riprodotto sul recto della prima carta di guardia dal Rondinella o come da indicazioni interne, risultano di schema molteplice (Sonata bipartita in breve Preludio e Rondò, Sinfonia, singolo Rondò, Coro, Sinfonia dal Barbiere di Siviglia, Sinfonia VII dall’Alcide al bivio, dalla Nitteti, Largo, Coro del Gran Cid, Sinfonia dell’Oratorio La Passione, Notturno, Canzona in Largo 6/8 per La partenza, Capriccio), quindi chiaramente ideate in funzione di tirocinio per la sua allieva speciale nei giorni trascorsi presso la corte pietroburghese e fino, verosimilmente, alla prossimità del rientro in patria. Il programma in ascolto va dunque ad offrirne un originale quanto raro quadro d’insieme non solo nella varietà delle formule, ma nella scelta stessa dei vari aspetti di una scrittura che ha in sé diversi gradi di impegno su tastiera impiegando molteplici stadi di accompagnamento, un ampio spettro di incastri metrico-ritmici, disposizioni tonali, profili melodici, ora cantabili, ora serrati con carattere da studio.
In chiusura e a coronamento emblematico della selezione, come a guardare al contempo sia al legame di Paisiello con la Corte della zarina Caterina II, sia al fondamentale modello di scuola napoletana assimilato in fretta dal geniale compositore di Salisburgo a partire da quel fatale incontro e passaggio di testimone avvenuto a Vienna lungo il viaggio di ritorno del musicista tarantino, ci sono le Sei Variazioni in Fa maggiore K. 398sull’aria “Salve tu, Domine” da I filosofi immaginari, dramma giocoso per musica su testo di Bertati rappresentato nel febbraio 1779 al Teatro di Corte in Kamennyi Ostrov (Pietroburgo) nel rifacimento dal titolo Gli astrologi immaginari. Composte ed eseguite dal fanciullo prodigio nel marzo 1783, al Burgtheater di Vienna, le declinazioni sul tema originale seguono i passi di una singolare sfida, mantenendo nelle prime tre lo stesso range di battute (ventidue) del tema di partenza ma variandone l’esposizione tecnico-timbrica in veloce legato nella prima, poi staccato alla destra nella seconda, quindi lavorando nella terza sulla sinistra. Poi, dalla quarta variazione, l’elaborazione si fa più complessa interessando armonia e cadenze, i trilli nella quinta mentre, per la chiusa, il tema di Paisiello torna ma, a sorpresa, metricamente reinventato perché accentato alla Mozart.
Francesco Pareti, musicista napoletano, dopo il diploma di Maturità Classica (1974) ha brillantemente conseguito presso il Conservatorio di Napoli i diplomi di pianoforte (1978), musica corale e direzione di coro (1985), clavicembalo (1998), e presso il Conservatorio di Perugia il diploma accademico di secondo livello in pianoforte storico (2007).
Dopo il diploma di pianoforte per diversi anni si è perfezionato ed ha ampliato la conoscenza del repertorio sotto la guida del M° Alexander Hintchev; ha partecipato a vari concorsi pianistici, ottenendo sempre ottimi piazzamenti, ed ha intrapreso una intensa attività concertistica svolta sia da solista che in varie formazioni cameristiche, in numerose città italiane ed estere.
Vincitore per due anni di seguito (1986 e 1987) dei concorsi banditi dal Teatro S. Carlo di Napoli per il ruolo di aiuto Maestro del Coro, ha collaborato per tredici anni con tale prestigiosa Istituzione lirico-concertistica, coadiuvando nella conduzione del complesso corale i maestri Giacomo Maggiore. Jose Luis Basso, Andrea Giorgi, svolgendo occasionalmente compiti di maestro sostituto di sala e di palcoscenico, giungendo nel 1999 a ricoprire la carica di Direttore del coro e collaborando in tal veste con maestri quali Jonathan Darlington, Gabriele Ferro, Bruno Aprea, Dmitrij Kitaenko e Lorin Maazel.
Quale Maestro del Coro ha successivamente collaborato con l’Associazione A.N.C.E.M. (Napoli) per l’esecuzione di oratori e di opere nell’ambito delle stagioni liriche estive svoltesi nelle ville vesuviane di Ercolano (2006-2008), con il Coro Lirico di Lecce per le stagioni liriche tenutesi presso il Teatro Politeama Greco di Lecce (dal 2008 al 2012), e con il Pompei Opera Festival diretto da Alberto Veronesi nel 2015.
Coltiva regolarmente la pratica concertistica, sia in recital solistici che quale collaboratore di strumentisti, cantanti e complessi corali, utilizzando prevalentemente il pianoforte moderno; tuttavia l’interesse per lo studio approfondito delle prassi esecutive lo ha indotto a sperimentare anche l’uso di vari tipi di pianoforti premoderni, ed a frequentare master class tenute da celebri musicisti, unanimemente riconosciuti quali indiscusse autorità in tale campo, quali Malcolm Bilson, Alexei Lubimov, Bart van Oort.
Per Malcolm Bilson ha realizzato una versione con sottotitoli in italiano del DVD Knowing the score (Cornell University Press). Inoltre è autore di una traduzione italiana dell’importante trattato Performance Practices in Classic Piano Music, della musicologa statunitense Sandra P. Rosenblum, pubblicato col titolo Prassi esecutive della musica pianistica dell’epoca classica (LIM, 2014). Un suo saggio sulla storia della letteratura pianistica è stato recentemente pubblicato nel manuale Il Pianoforte (EDT, 2018).
Ha al suo attivo una pluridecennale attività didattica, svolta nei conservatori di Lecce, Matera, Potenza, Benevento, Avellino. Attualmente insegna pianoforte presso il Conservatorio di Napoli.
Reggio Emilia
Padova