Entre La Rosa et le Jasmin
Il concerto intende esplorare il vasto repertorio di canzoni in lingua ladina attribuibili alle comunità sefardite presenti nei grandi centri…
Chiesa di Santa Caterina da Siena, Napoli
Lezione-concerto su José de Torres
a cura di Eduardo López Banzo
con il sostegno di INAEM – Ministerio de Cultura y Deporte, España
con il patrocinio di Istituto Cervantes- Napoli
Info e prenotazioni
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José de Torres fu il principale responsabile della composizione della musica sacra a corte nei primi decenni del XVIII secolo, prima come organista e poi come maestro della Cappella Reale di Madrid. La sua influenza si estese anche ad altri aspetti della sua attività professionale. Come maestro del Colegio de Niños Cantorcicos fu responsabile della formazione di musicisti del calibro di Juan Francés de Iribarren e José de Nebra, e la sua opera didattica si cristallizzò anche nell’importantissimo trattato sul basso continuo Reglas generales de acompañar, che vide due edizioni nel 1703 e nel 1736. Ma senza dubbio uno degli aspetti più singolari della sua carriera è il fatto di aver fondato e diretto l’Imprenta de Música, l’unica esistente in Spagna all’epoca, che ebbe un ruolo fondamentale nella rivitalizzazione della vita musicale spagnola, sia attraverso la pubblicazione di testi didattici sia attraverso la diffusione delle preferenze stilistiche madrilene nei diversi territori della monarchia spagnola. Infatti, molte delle sue opere a stampa sono state conservate solo negli archivi americani, insieme a un numero molto importante di manoscritti. La storia musicale spagnola di questi anni difficilmente può essere scritta senza ricorrere alle collezioni conservate in America. Infatti, nei primi decenni del XVIII secolo la musica spagnola subì uno dei più profondi cambiamenti stilistici della sua storia. Gli aspetti più percepibili di questo cambiamento si trovano nella notazione e nella sonorità, ma riflettono profonde trasformazioni strutturali in aspetti essenziali della composizione come il metro e la tonalità. Questo processo era già iniziato con l’opera di compositori del secolo precedente come Juan Hidalgo, Cristobal Galán e Sebastián Durón, ma fu sotto la guida di José de Torres y Martínez Bravo, soprattutto nel secondo decennio del secolo, che il cambiamento si consolidò, con l’incorporazione sistematica di generi, forme, stili e modalità interpretative caratteristiche della musica italiana.
José de Torres, con l’aiuto del suo collega Antonio Literes, fece un passo da gigante nell’incorporazione di elementi italiani nella musica spagnola, soprattutto in relazione all’uso dei nuovi strumenti obbligati, allo sviluppo della cantata e all’incorporazione di recitativi e arie in tutti i generi in vernacolo, che fossero carole, zarzuelas o serenate. È proprio nella cantata sacra che Torres doveva eccellere in questo genere, con il nome ispanicizzato di “cantada”. La ricezione di questo genere tipicamente italiano diede luogo a un processo di sincretismo quando fu integrato in Spagna con le tradizioni autoctone – il villancico e il tono umano – che diede origine a una forma ibrida che combinava magistralmente elementi italiani (il recitativo e l’aria) e spagnoli (estribillo, coplas e seguidillas), con l’uso occasionale di altre sezioni francesi (fughe o minuetti). Allo stesso tempo, questa influenza raggiunse anche la sfera sacra, e fin da subito troviamo esempi di cantata religiosa come variante del villancico in tutte le chiese spagnole.
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