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LUX

Consonare Ensemble, direttore Luigi Leo

Chiesa di Santa Maria Incoronatella alla Pietà de’ Turchini
20.30 - 21.30
Gratuito

III Edizione della Rassegna Polifonica “A Più Voci”


INGRESSO GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA, INVIANDO UNA MAIL A coordinamento@turchini.it CON INDICAZIONE DI NOMINATIVO, RECAPITO TELEFONICO E MAIL entro e non oltre le ore 12.00 del 20 novembre 2021.

 

Programma

Antonio Lotti (1667-1740

Ad Dominum cum tribularer

Pierluigi da Palestrina (1524-1594)

Super flumina Babylonis

Edward Elgar (1857-1934)

arr. John Cameron Lux aeterna

Simone Falcone (1989)

Over hill

Frank Ticheli (1958)

Earth song

Guido Ruggeri (viv.)

Pater Noster

Daniel Elder (1986)

Ave Maria

Andrej Makor (1987)

O lux beata Trinitas

Eric Whitacre (1970)

Lux aurumque

Morten Lauridsen (1943)

Se per havervi oimè

Giorgio Susana (1975)

Luci serene e chiare

Bruno Bettinelli (1913-2004)

Aurora


LUX

Note di sala a cura di Paola De Simone

Faro e metafora spirituale di verità, speranza e fede, del nascere di una vita come del giorno, degli occhi di un’anima, di conquista oltre il velo delle tenebre. E, al grado più sommo, di rivelazione dell’Eterno.

In qualunque cultura e tempo è sempre stata la luce, in ebraico ’ôr, in greco phôs, in latino lux, l’elemento-simbolo del divino e della nostra stessa esistenza, materiale e immateriale al contempo, fenomeno fisico, tracciato iniziatico. Elemento che, non a caso, apre, attraversa e chiude nell’intera varietà del suo spettro semantico il più alto dei testi sacri (Genesi, 1,3: «Dio disse: Sia fatta la luce! E la luce fu»; Apocalisse, 22,5: «Non vi sarà più notte, e non avranno più bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà. E regneranno nei secoli dei secoli»), così come il repertorio devozionale a seguire ma, anche, gran parte della letteratura poetico-drammatica legata all’espressione corale di ogni genere e stile, luogo ed epoca storica. Ne è un chiarissimo esempio la singolare silloge di brani proposta in ascolto, ritagliata com’è a partire da due, diversi esempi della più dotta arte polifonica sacra del Cinque e Seicento, in Italia, per poi osservare con curiosità prismatica la molteplicità delle fonti novecentesche oltre lo snodo fra i secoli XIX e XX offerto in terra d’Albione dall’autore di tanti inni, marce e canti celebrativi sir Edward Elgar.   

Al Barocco veneziano appartiene, in apertura, Ad Dominum cum tribularer, mottetto a cappella per coro misto a quattro voci composto sui versi del Salmo 119 da Antonio Lotti, cantore, organista e dal 1736 maestro di cappella nella Basilica di San Marco, nonché insegnante (fu maestro di Baldassarre Galuppi, Domenico Alberti, Alessandro Marcello, Giovanni Battista Pescetti, Jan Dismas Zelenka) e, soprattutto, prolifico autore molto apprezzato sia da Bach che da Händel per un’ampia varietà di generi a segno fra messe, cantate, madrigali, una trentina di opere teatrali, pagine vocali sacre e musiche strumentali comprendenti un Concerto, Sinfonie e lavori da camera. È un’invocazione al Signore intima e intensa che, nel raffinato intarsio delle voci, restituisce con cifra preziosa l’arte dell’autore. Retrocedendo di oltre cent’anni e spostandoci in area di scuola romana, tra i vertici assoluti della polifonia sacra quale esempio di sintesi superba tra l’artificio contrappuntistico-retorico e l’affondo espressivo, ritroviamo Super flumina Babylonis, mottetto a quattro voci e in cinque episodi composto dal grande Pierluigi da Palestrina  sugli altrettanti versetti del Salmo 42, narranti la deportazione del popolo di Israele in terra mesopotamica. Il gioco inizialmente imitativo poi omoritmico tra le voci, l’impiego del semitono diatonico discendente e le progressive diminuzioni per generare magistralmente, a mo’ di planctus, un’invocazione toccante e dolente, si uniscono presto alle suggestioni ondulatorie lungo la prima parte del tema Super flumina. E ancora, la frequenza della catabasi e l’insistenza sulla finalis (La) a ribadire lo stato di schiavitù, così come la staticità e il lamento trovano nella seconda parte momenti di massima espansione attraverso la piena simbiosi fra parola e musica, fra le soluzioni della retorica (pleonasmo, noema), una sensibilità già spiccatamente tonale e una modalità piegata, sorprendentemente, a fini espressivi.

Alla moderna rinascita musicale inglese e all’autore di cinque, celeberrime marce di circostanza al passaggio dall’età vittoriana all’edoardiana riconduce, a seguire, Lux aeterna di sir Edward Elgar, qui nell’arrangiamento di John Cameron. Si tratta, in realtà, della versione corale di “Nimrod” (Adagio), Variazione IX estratta dalle quattordici, bellissime Enigma Variations op. 36, capolavoro della ritrattistica in musica scritto per grande orchestra nel febbraio dell’ultimo anno del secolo XIX con l’idea di scolpire bozzetti a memoria dei suoi amici. Nimrod, nello specifico, è dedicata ad August Johannes Jaeger, conoscente fra i più cari del musicista britannico. A spiegare la tenera soavità della pagina restano le stesse parole di Elgar rivolte al dedicatario: «Ho trascurato i tuoi modi esteriori e ho visto soltanto l’anima buona, amabile, onesta che è in te».

Autore recentissimo è invece Simone Falcone, dal cui catalogo per coro misto a cappella si ascolta Over hill, over dale, un testo cult (utilizzato anche da Ralph Vaughan Williams nel 1951) sui vorticosi e leggiadri versi shakespeariani. La sua formazione poggia su basi ben salde, maturate entro il duplice percorso compositivo e organistico compiuto presso il Conservatorio “Egidio Romualdo Duni” di Matera. Oltre all’ampia attività concertistica, se ne segnala la recente nomina di Kirchenmusiker nella diocesi di Aquisgrana.

Parimenti riconducibile ai nostri giorni ma pagina delicatissima, dai contrasti sottili e pari a un respiro della natura che invoca la pace in un mondo di guerra, è Earth song di Frank Ticheli, compositore, docente e direttore d’orchestra americano. Già autore “in residence” della Pacif Symphony, oggi è insegnante presso l’Istituzione dove ha compiuto la sua stessa formazione, la USC Thornton School of Music, della University of Southern California. Di estrazione musicale assai variegata è invece Guido Ruggeri che, con il Pater Noster per coro a cappella in programma, vince nel 2018 il 45° Concorso Internazionale di Composizione “Guido d’Arezzo”. Alle spalle, studi musicali jazz, classici e di elettronica mentre, in catalogo, sfoggia musiche di scena per il teatro di prosa, per docufilm e per spettacoli leggeri accanto a brani classici inediti, pagine sacre e popolari abruzzesi.

Su altro fronte, a offrire una nuova versione dell’Ave Maria è Daniel Elder, compositore di musica corale residente a Nashville, nel Tennessee, combinando entro un paesaggio sonoro fatto di emozioni, scarti ritmici ed ampie estensioni canore, opulente armonie e spiccati contrasti dinamici, come a ritrarre fra celebrazione e reverenza un nuovo volto di Maria, benedetta fra le donne. Alla luce della Trinità musicalmente siglata in anabasi si ispira poi il parimenti giovane e talentuoso Andrej Makor, compositore istriano pluripremiato, con l’Inno ambrosiano O lux beata Trinitas, Largo dalla cantabilità dolcissima quanto di slancio estatico, scritto il 13 dicembre 2013 a Ljubljana con dedica al Coro da Camera di quella città slovena, l’Ambrož Čopi and Komorni zbor AVE. E ancora la luce permea la pagina di Lux aurumque scritta per la principale formazione corale attiva accanto all’Orchestra della Florida, The Master di Tampa Bay, dal compositore, direttore di banda e di coro americano Eric Whitacre, celebre per le sue pagine sacre e per l’opera d’ispirazione miltoniana, in bilico fra musica trance, classica ed elettronica, Paradise Lost: Shadows and Wings, presentata nel 2004 alla California State University. Lux aurumque, quattro minuti di musica stretti fra melodie all’acuto e armonie rilucenti, è un canto con dedica all’amico Jo Michael Scheibe elaborato nell’anno 2000 traendo spunto dai versi essenziali di Edward Esch, in traduzione latina di Charles Anthony Silvestri.

Un singolare omaggio d’Oltreoceano al tardo Rinascimento musicale italiano arriva, svoltando genere, con Morten Lauridsen, compositore e direttore di coro americano che firma Se per havervi oimè, brano estratto dai Madrigali: Six “Fire-Songs” on Italian Renaissance Poems, di monteverdiana memoria. Anche qui la tessitura dei soprani e dei tenori è spinta, con ulteriore esigenza di abilità entro un saldo legato, verso il range più acuto mentre l’effetto complessivo, raccomandato dallo stesso autore, mira ad avvolgere l’ascolto in maniera calda e accorata, come “una sinfonia di violoncelli”, che suona come un ponte fra l’antica tradizione madrigalistica e una prospettiva sonora alquanto avanzata. Su un solco analogo si colloca Luci serene e chiare, pagina per coro misto elaborata dal più giovane Giorgio Susana(nato a Vittorio Veneto, il 27 luglio 1975), autore di Oratori, fiabe musicali, pagine per coro e musical, su un fortunato testo poetico italiano dell’ultimo Cinquecento, attribuito al poeta emiliano Ridolfo Arlotti, in passato già impiegato con i madrigali di Antonio Cifra, Carlo Gesualdo da Venosa, Claudio Monteverdi e di Raffaello Rontani. Vincitore del primo premio assoluto al Concorso Internazionale di Composizione per giovani compositori “Dolci parole e care” svoltosi a Torino nel 2010, il brano riprende la formula in gioco fra stile imitativo e omoritmico ricercandone tuttavia timbriche e aperture armoniche più vicine alla sensibilità contemporanea. Quasi ad auspicio e segno di rinascita, il programma si chiude con Aurora di Bruno Bettinelli, compositore fra i più interessanti dell’ultimo Novecento contemporaneo italiano. L’Inno, tratto dal suo Dittico Ambrosiano (1997), presenta una scrittura compatta e dagli agglomerati complessi, quasi ostinata a fronte del suo libero atonalismo sciolto in totale cromatico e di una variabilità timbrico-dinamica che da un cupo e ieratico grave si eleva fin su, come a incontrare all’acuto diurno la luce dell’Alto.


Consonare Ensemble

“Consonare Ensemble” è una recente formazione composta da cantori e musicisti provenienti da Puglia e Basilicata con comprovata esperienza corale. I’ensemble si pone l’obiettivo di sperimentare e ricercare repertorio di varie epoche e stili nel rispetto delle prassi esecutive con particolare attenzione alla musica dei nostri giorni.

Già dai primi concerti ha ricevuto ottimi apprezzamenti di pubblico per la qualità artistica e la scelta del repertorio.


Luigi Leo

È direttore e fondatore del Coro di Voci Bianche e Giovanile “Juvenes Cantores”, dell’Ensemble Vocale “Modus Novus” e del “Consonare Ensemble”. Ha diretto il Coro di Voci Bianche del Conservatorio di Musica “N. Rota” di Monopoli (Ba). È il Direttore didattico e docente principale alla “Scuola Superiore Biennale per Direttori di coro di voci bianche”, riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istruzione. È stato docente per Festival nazionali e internazionali quali Europa Cantat a Pecs, Ungheria, e Tallin, Estonia, Eurotreff a Wolfenbüttel, Germania, a Birstonas, Lituania, presso la Milano Choral Academy e la Scuola Internazionale per Direttori di Coro di Arezzo. È membro della Commissione Artistica dell’A.R.Co.Pu.

Svolge un’intensa attività didattica presso vari istituti scolastici ed anche come formatore per insegnanti di ogni ordine e grado scolastico in corsi legalmente riconosciuti.

È chiamato in giuria in vari concorsi nazionali e internazionali.

Con gli Juvenes Cantores si è esibito in vari concerti presso istituzioni e festival prestigiosi, fra questi: festival internazionale Venite Pastores (Sala Scarlatti del Conservatorio “San. Pietro a Majella” di Napoli e Real Cappella del Tesoro a Napoli), XIV Festival Internazionale di Musica Antica a Bergamo, XV Rassegna Polifonica Aprutina a Teramo, Festival corale “Cori in Coro” a Salerno, IX Rassegna Musicale “Bernardino Lupacchino dal Vasto” a Vasto e VII Festival della musica corale a Sassari, Torino nella Chiesa della Madonna del Pilone e a Milano nel Museo diocesano per l’Associazione Crescercantando di Milano, a Fano per la 41ª edizione dell’Incontro Internazionale Polifonico “Città di Fano”, ad Atri per la 25ª Rassegna Polifonica Internazionale di Atri,  a Cagliari per Studium Canticum per la rassegna “Spettacolo aperto”, a Livorno per la XVI edizione della Rassegna di Polifonia città di Livorno e alla XVII edizione della rassegna “Giovani in…canto” a Roma, a Torino e Milano per il festival internazionale MiTo e a Londra.

Molti sono i premi e i riconoscimenti che il Coro ha ottenuto (Gorizia, Arezzo, Fermo, Matera, Vallo della Lucania (Sa), Montorio al Vomano (TE), Rimini,).

Attualmente è anche il direttore del Coro Giovanile Pugliese col quale, si è esibito a Dublino (National Concert Hall e nell’Istituto di Cultura italiano); Vienna (Musikverein, Sala delle feste della Rathaus). Ha inciso il cd “Contrasti” e “ContemporaneaMente, musica sacra dal secondo ‘900 di compositori pugliesi, “Il paese dei Barocchi” con musiche di autori pugliesi del ‘500 e ‘600.

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