Cantieri tra prassi esecutiva e storia
L’ambito della ricerca sulle pratiche di esecuzione in prospettiva storica rappresenta un terreno d’incontro particolarmente fecondo per le traiettorie complementari…
Coro della “Cattedrale di Sorrento”
direttore Ilena Cafiero
Leopoldo Punziano e Antonio Braccolino voci soliste
Ensemble strumentale
Duo Alma Porteña
Maximiliano Soccodato e Sossio Arciprete chitarra e charango
Ugo Ercolano pianoforte
Pietro Guastafierro flauto traverso
Antonio Lambiase contrabbasso
Andrea Stipa percussioni
Ingresso libero
Maggiori informazioni
segreteria@turchini.it
per il progetto
Soave sia il vento
Così… se fan tutti!
Concerti, formazione, rigenerazione culturale
ideazione artistica Fondazione Pietà de’ Turchini
a cura della Fondazione Pietà de’ Turchini
e della Venerabile Congregazione dei Servi di Maria
e del Comune di Sorrento
in collaborazione con
I.S. “Francesco Grandi”, Sorrento
Programma
Ariel Ramírez
Misa Criolla
Kirie
Gloria
Credo
Santo
Agnus Dei
Ariel Ramírez
Navidad Nuestra
La Anunciaciòn
La Peregrinaciòn
El Nacimiento
Los Pastores
La Huida
Los Reyes Magos
Note di sala
La «Misa Criolla» (Messa Creola) è un’opera musicale composta nel 1964 dal maestro Ariel Ramirez (1921-2010), del quale è appena stato celebrato il centenario della nascita. La prima versione fu pubblicata su disco nel 1965 ed è stata riconosciuta dal Vaticano, sotto il pontificato di Paolo VI, come opera di significato universale. La «Misa Criolla» racchiude in sé da un lato la costruzione classica di una Messa, con i cinque movimenti Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei, e dall’altro una ricca diversità di stili e forme che appartengono alla musica folklorica e corale argentina.
La Misa Criolla è, senza dubbio, una delle più grandi opere della musica popolare argentina.
Il “Kyrie” apre la messa con i ritmi della vidala e della baguala, rappresentative della musica creola argentina; la gioia del “Gloria” viene esaltata dalla vivacità del carnavalito, una delle danze argentine più popolari, sottolineato dall’utilizzo del charango; il “Credo” ha il popolare ritmo andino della chacarera trunca, che alla linea melodica drammatica un ritmo marcato; il “Sanctus” segue il Carnaval de Cochahamba, uno dei ritmi più suggestivi del folklore boliviano; “Agnus Dei” conclude la Messa sullo stile della Pampa argentina, riportando l’ascoltatore alla solennità della supplica di concedere la pace.
Dice Facundo Ramirez, figlio di Ariel in un’intervista nel 2017: “Non penso che per interpretarlo bisogna necessariamente essere un uomo religioso. In ogni caso è necessario essere un uomo spirituale per commuoversi davanti alla bellezza dell’opera”.
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, di fronte al problema della guerra è ancora più importante diffondere l’ideale della comunione e della fratellanza, della condivisione, dell’accoglienza e dell’uguaglianza e l’opera di Ramirez assume il significato più profondo che l’autore le attribuiva: non solo esecuzione della Messa cantata, ma espressione di un sentimento universale, legato al desiderio di pace di tutte le culture umane.
«Navidad Nuestra» è un’opera musicale composta nel 1964 dal maestro Ariel Ramirez (1921-2010), una composizione ispirata da musiche e danze della tradizione argentina.
Si racconta che quest’opera fu scritta in una sola notte, quando Ariel Ramirez e il poeta Félix Luna si ritrovarono con entusiasmo ed ispirazione a comporre e completare quello che poi fu una delle opere e uno dei dischi più venduti la “Misa Criolla” dove nel lato b appare appunto la Navidad Nuestra.
Si tratta dei sei episodi fondamentali che raccontano la Natività, dove per ogni episodio viene utilizzato uno stile musicale diverso. Un chamamé per la Anunciación, una chaya ríojana per Los Pastores, una huella pampeana per La Peregrinación, un takirari per Los Reyes Magos, una vidala catamarqueña per El Nacimiento, una vidala tucumana per La Huida.
I testi dei sei brani scritti in castigliano e arricchiti da terminologia in lingua guaraní. Ad esempio la Vergine Maria viene definita “la más bonita cuñataí” (la più bella tra le fanciulle). Troviamo, nei testi, anche elementi della tradizione campestre argentina, dai Re Magi viene offerto un “poncho blanco de alpaca real” (un poncho bianco di alpaca superiore), oppure “arrope y miel” (sciroppo denso tipico e miele).
I due grandi artisti riuscirono a trasferire il mistero universale del Natale nella loro terra, mettendo gli episodi evangelici con situazioni, personaggi e linguaggio propri. Da lì anche la scelta di chiamare l’opera Navidad Nuestra (Il nostro Natale), ma raccontando sempre la successione dei sei episodi della Natività: l’Annunciazione, il Pellegrinaggio di Giuseppe e Maria, la Nascita, l’Adorazione dei pastori e i Re Magi e, infine, la Fuga in Egitto.
Reggio Emilia
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