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Partenope Eterna

Entroterre Festival

Abbazia San Mercuriale, Forlì
21.30 - 22.00
Gratuito

una produzione Fondazione Entroterre e Fondazione Pietà de’ Turchini


Naomi Rivieccio, soprano
Talenti Vulcanici
Marcello Scandelli violoncello
Rafael Arjona liuto
Federico Bagnasco contrabbasso
Stefano Demicheli, clavicembalo e direzione
Consulenza musicologica Paologiovanni Maione


Main Sponsor Talenti Vulcanici

Intesa Sanpaolo


Maggiori informazioni

Entroterre Festival

Programma

Francesco Mancini (Napoli 1672 – Napoli 1737)
Là dove il bel Sebeto
Cantata a voce sola e basso continuo
Domenico Scarlatti (Napoli 1685 – Madrid 1757)
Sonata K 322 in la maggiore – Allegro
Alessandro Scarlatti (Palermo 1660 – Napoli 1725)
Là nel bel sen della regal sirena
Cantata a voce sola e basso continuo
Francesco Paolo Supriani (Napoli 1678 – Napoli 1753)
Toccata decima per violoncello solo
Alessandro Scarlatti
Là dove a Mergellina
Cantata a voce sola e basso continuo
Domenico Scarlatti
Sonata K 208 in la maggiore per clavicembalo –Adagio e cantabile
Fabio Vacchi (Bologna 1949)
Partenope l’eterna per soprano e clavicembalo*
Brano composto su commissione della Fondazione Pietà dei Turchini di Napoli su testo originale di Giuseppe Montesano


Partenope Eterna

Tra Sei e Settecento il repertorio cantatistico assume un ruolo preminente in un circuito privato, affollato di dilettanti virtuosi e artisti mercenari chiamati ad allietare conversazioni e trattenimenti, assai esigente. Non c’è catalogo musicale che non annoveri un cospicuo numero di cantate destinate ad allietare riunioni feriali e festive nonché dedicate a protettori munifici e potenti.
Il divertimento reservato metteva a dura prova gli artigiani chiamati a ottemperare alle richieste del mercato per cui emerge, a un primo approccio al genere, una fattura seriale del prodotto. Se le istanze formali istruiscono su una disciplinata successione di recitativi (R) e arie (A), organizzati in standardizzati organigrammi facenti capo a RARA e ARA, è pur vero che molti artefici di queste pagine intervengono scompaginando i “palinsesti” operando autonomamente scelte strutturali assai ardite.
Il tema “napoletano” adottato da Alessandro Scarlatti non è insolito nella letteratura delle cantate che si affidano a filoni narrativi ben circoscritti. Le immagini di pastori e sirene che affollano le acque marine e fluviali della città “musicale” si rincorrono in un alto numero di pagine in cui c’è un abuso di immagini e occorrenze poetiche retoriche. Il magistero dei musicisti sta proprio nel declinare, con virtuosismo musicale, questo “baule” di figure topiche ravvivandole di volta in volta ricreando percorsi sonori di grande fascino.
Il compositore palermitano, disciplinatamente, si affida nelle cantate Or che su legno aurato e Là dove a Mergellina, alla formula consolidata, sia nel suo assetto archetipico (RARA) che florido (RARARA). Nella condotta vocale riesce a lumeggiare, da suo pari, le belle atmosfere marine evocate dal testo che con grande perizia fa sfumare in “affettivi” stati d’animo. Le pulsioni umane sono disegnate tra retorici moduli e inediti gesti sonori confezionati per scuotere le menti degli ascoltatori in un sofisticato gioco di “sorprese” accolte in uno “scenario” solo apparentemente “prevedibile”. Le belle arie tripartite lasciavano poi l’agio all’esecutore di declinare e accentuare, con quell’arte “improvvisativa” disciplinatissima e regolatissima, le intenzioni espressive con ardimentosi passaggi melismatici se non, addirittura, ri-formulando l’architettura prestabilita abbandonandosi, in tal modo, a ri-scrivere, senza tradimento alcuno, le idee dell’autore.
Vere e proprie microdrammaturgie sono allestite con finalità cinetiche e prossemiche affinché i dilettanti e i professionisti possano ammaliare, attraverso la loro sapienza attoriale – elemento imprescindibile per la scena musicale a quest’altezza cronologica –, gli spettatori, vulnerabili alle sollecitazioni “affettive” e attenti a cogliere le mille finezze. Francesco Mancini distilla con acume trovate “drammatiche” di grande maestria, attraverso un processo di sottrazione evoca, all’interno dei recitativi della cantata Là dove il bel Sebeto, un’aura che conduce a un “recitar cantando” vetusto e pur rinnovato negli intenti. Questa memoria si manifesta in alcuni artifizi, emblematico è il moto ascendente per sottolineare il «pianeta maggior», che recuperano l’uso di efficaci “madrigalismi” descrittivi. In questo caso il narratore della storia riporta le parole dell’innamorato pastore Tirsi per la bella Irene aggrappandosi a un canto “antico” e moderno all’istesso tempo.
Sempre alla pratica “domestica” ordinaria appartengono le pagine strumentali che cadenzano i momenti vocali, l’aristocrazia coltivava con sollecitudine la propria formazione musicale e si dilettava nel toccare i più svariati strumenti in occasione di conversazioni o accademie. Le sonate di Domenico Scarlatti destinate allo “svago” di Maria Barbara di Braganza sono un bell’esempio di questo esercizio “ozioso” consumato tra le pareti dei propri appartamenti privati e l’arte della trascrizione, in quest’occasione firmata dal liutista Francione, riconduce a quella tecnica di apprendimento ampiamente diffusa in età moderna per acquisire dimestichezza con certe strutture compositive altamente richieste dal mercato oppure di fruire di un certo repertorio adattandolo al proprio strumento.
Francesco Paolo Supriani formatosi presso il Conservatorio di Santa Maria della Pietà de’ Turchini è stato tra i maggiori violoncellisti del primo Settecento attivo, tra l’altro, nelle cappelle reali di Napoli e Barcellona. È autore del trattato Principij da imparare a suonare il violoncello e con 12 toccate a solo, il cui manoscritto è custodito presso la Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, che si rivolge, senz’ombra di dubbio, a quel milieu di nobili dediti allo studio dello strumento, tra i quali si ricordano Marzio Carafa duca di Maddaloni e il marchese Ottavio de Simone.

Napoli ancora una volta riesce a salire in scena in una visione che la rende fascinosa e ne consolida, nell’immaginario settecentesco, il rango di città musicalissima: «cours, vol à Naples écouter les chefs-d’œuvre de Leo, de Durante, de Jommelli, de Pergolèse! Si tes yeux s’emplissent de larmes, si tu sens ton cœur palpiter, si des tressaillemens t’agitent, si l’oppression te suffoque dans tes transports, prend le Métastase & travaille» (J.-J. Rousseau).

Paologiovanni Maione


Naomi Rivieccio
Naomi Rivieccio, classe 1992, nasce e cresce a Napoli. Inizia lo studio del canto in giovane età, e afferma il suo talento debuttando presso il Teatro San Carlo di Napoli a soli 11 anni. Studia canto lirico laureandosi e specializzandosi col massimo dei voti e ben presto stringe collaborazioni con numerose fondazioni liriche e orchestre (Nuova Orchestra Scarlatti, Pietà dei Turchini, Teatro Verdi) esibendosi come Soprano solista in Italia e all’estero (Cappella Palatina Piazza del Plebiscito, Palazzo Montecitorio Camera dei deputati, fino in Bulgaria, Copenhagen e Stoccolma). Artista poliedrica, dopo essersi affermata nella musica classica, sente l’esigenza di esprimersi attraverso generi differenti e così nel 2018 partecipa ai Casting per il Talent X-Factor 12 superando tutte le selezioni ed entrando a far parte della Categoria Over capitanata dal rapper Fedez. Arriva in finale presso il Mediolanum Forum di Assago (MI) aggiudicandosi il 2° Posto . Durante il percorso ad X-Factor viene prodotto il suo primo singolo “Like the rain (unpredictable)” di Fortunato Zampaglione, Shrida Solanski, Silvia Cesana, produzione di Fausto Cogliati, e conosce e duetta con artisti di grande spessore come Giorgia, gli Hooverphonic, Salmo, I Maneskin, Enrico Nigiotti , duettando con Sting, Lorenzo Licitra, I Subsonica, Marco Mengoni. Nel 22 Maggio 2019 debutta nel doppiaggio canoro dando la voce a Jasmine nel Live action Disney “Alladin” con Will Smith, Naomi Scott e Mena Massoud. Riscuote molto successo il brano inedito inserito nel Film “La mia voce” scritto dal compositore Alan Menken 8 volte premio Oscar per le migliori canzoni e colonne sonore Disney. Il 9 Maggio 2019 è ospite all’anteprima londinese insieme a tutto il Cast del Film e il 16 Maggio si esibisce Live per l’anteprima italiana del Film. In quegli stessi giorni conosce e canta con Alan Menken e registra la nota canzone del Film Aladdin “A whole new world” insieme a tutte le Jasmine di ogni paese presso i famosi “Metropolis Studios” of London. E’ menzionata in diversi quotidiani tra cui Il Mattino , Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Corriere del Mezzogiorno ed in diverse riviste Io Donna , The Blonde salad, Grazia, Tvsorrisi, Vanity fair, Cosmopolitan, Billboard. E’ ospite in molte Radio tra cui Radio Montecarlo, Radio Italia, Radio number one, Rai Radio2, Radio 24, Radio Capital, Radio 105, Young Radio e nel programma televisivo condotto da Caterina Balivo “Vieni da me”. Dal 2018 collabora assiduamente con la scuola di canto e doppiaggio delle Disney come doppiatrice e docente. Nel 2020 e nel 2021 riveste il ruolo di Vocalist nel programma televisivo condotto da Milly Carlucci “Ballando con le stelle”, punto di partenza per numerose collaborazioni come corista presso la Rai. Nel 2022 prende parte alla settantaduesima edizione del Festival di Sanremo in qualità di corista.


Fabio Vacchi
Nato a Bologna, Fabio Vacchi si diploma in composizione con Giacomo Manzoni e in direzione di coro con Tito Gotti. Si trasferisce a Venezia nel 1974. Lì frequenta Michelangelo Antonioni, che lo metterà in contatto con Tonino Guerra, suo primo librettista, e Luigi Nono, che lo sostiene e lo incoraggia. Nello stesso anno conosce a Napoli Hans Werner Henze, che gli offre il suo appoggio. Questi due padri spirituali tanto diversi lasceranno una traccia nel suo stile, volto a una sintesi tra ricerca e innovazione da un lato, tradizione ed espressività dall’altro. Lo spostamento a Milano, nel 1993, segna una svolta che corrisponde all’inizio del successo internazionale e all’amicizia sia con Luciano Berio, nella cui libertà umana e stilistica si identifica sia con Claudio Abbado, con cui condivide pensieri musicali, progetti, idee.


Stefano Demicheli
Nato a Torino nel 1975 è diplomato in organo e composizione organistica e in clavicembalo. Ha iniziato a studiare clavicembalo all’età di tredici anni sotto la guida di Ottavio Dantone, proseguendo poi presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano dove ha conseguito il diploma dì perfezionamento. Oltre a Ottavio Dantone l’incontro prima con Lars-Ulrik Mortensen e poi con Emilia Fadini è stato decisivo per la sua formazione. Ha collaborato come solista e continuista con numerosi ensemble con strumenti originali fra i quali Accademia Bizantina di Ravenna (Ottavio Dantone), Il Giardino Armonico di Milano (Giovanni Antonini), Freiburger Barockorchester, Concerto Köln, ensemble I Barocchisti di Lugano (Diego Fasolis), ensemble Zefiro di Mantova (Alfredo Bernardini) e tiene regolarmente recital come partener di strumentisti e cantanti. La sua attività concertistica lo porta a esibirsi regolarmente nelle sale da concerto e nei teatri più importanti di tutta Europa all’interno di festival prestigiosi (fra cui Teatro La Scala di Milano, Festival van Vlaanderen di Brugge, Fundacio La Caixa di Barcelona, Auditorio National di Madrid, Oude Muziek di Utrecht, Rheingau Musik Festival, lnternationale Musikfestwochen di Luzern, Musica e Poesia in San Maurizio di Milano, London Festival of Baroque Music). Nell’anno 2000 è stato solista presso il Teatro La Scala di Milano. Ha lavorato al fianco di rinomati solisti per concerti e opere e collaborato al fianco di importanti direttori (Riccardo Chailly, Claudio Abbado, Corrado Rovaris, Ottavio Dantone, Gottfried van der Goltz, Ivor Bolton, Giovanni Antonini, Paul Goodwin, Renè Jacobs) e molte orchestre. Ha registrato per molte case discografiche e per le principali emittenti radiofoniche e televisive europee. Dal luglio 2000 è fra i docenti del Corso Internazionale di Musica Antica di Urbino (clavicembalo, basso continuo e musica da camera). Per diversi anni è stato l’assistente al cembalo di René Jacobs in molte produzioni operistiche nei teatri più importanti d’Europa (fra cui Deutsche Staatsoper Unter den Linden a Berlino, Thèatre des Champs-Elysèes a Parigi, Thèatre Royal de La Monnaie a Bruxelles). Nel 2005 instaura un’intensa collaborazione personale per un progetto di commistione fra musica ed arte con Philippe Daverio, riscuotendo ovunque clamorosi successi di pubblico e comparendo per la televisione italiana più volte nel corso della trasmissione Passpartout (Rai Tre). È fondatore e direttore di Dolce & Tempesta, ensemble che riunisce alcuni fra i più esperti musicisti italiani specializzati nell’esecuzione della musica antica con strumenti originali. Con Dolce & Tempesta si esibisce in veste di direttore in tutta Europa e registra in esclusiva per l’etichetta belga Fuga Libera, riscuotendo sempre un grande successo di pubblico e critica. Dal 2010 è direttore stabile dell’orchestra barocca Academia 1750 di Barcelona (Spagna), in residenza presso il Festival de Músiques de Torroella de Montgrí.


Talenti Vulcanici
L’ensemble Talenti Vulcanici nasce nel 2011 dalla spinta e dall’esperienza maturata in 20 anni dalla Fondazione Pietà de’ Turchini, pioniera nell’aver introdotto al pubblico napoletano repertori musicali per lo più ignoti o dimenticati, eseguiti da artisti di chiara fama provenienti da tutta Europa. La volontà di indirizzare le proprie energie migliori verso la realizzazione di un progetto volto a formare e promuovere talenti musicali di più giovane generazione, si è affiancata alle tante masterclass vocali e strumentali e al concorso internazionale di canto barocco “Francesco Provenzale” che in oltre 10 edizioni ha incoronano giovani cantanti oggi protagonisti di primo piano del repertorio vocale barocco in tutta Europa quali Carlo Vistoli, Silvia Frigato, Giuseppina Bridelli, Riccardo Angelo Strano. L’ensemble è a geometria variabile, con un organico rinnovato dalla sua costituzione ogni tre anni con nuove audizioni: le ultime hanno visto partecipi più di 70 giovani strumentisti provenienti da tutta Europa e già formati nelle scuole più prestigiose.

Oltre all’entusiasmo di mettere a disposizione di giovani eccellenze l’esperienza e i contatti per dare forma alle loro aspirazioni, questo progetto ha offerto a chi vi ha preso parte l’opportunità di scoprire l’universo culturale di Napoli, di cercarne le armonie e le incredibili suggestioni tra le pieghe delle sue enormi contraddizioni, di appropriarsi, divenendo ambasciatori, della sua gloriosa e inesauribile storia musicale.

I tutor che nei diversi anni hanno guidato i giovani musicisti sono professionisti riconosciuti a livello internazionale: Elisa Citterio e Monika Toth (violino), Marco Testori (violoncello), Vanni Moretto (contrabbasso). Per l’approfondimento del repertorio per organo e archi l’ensemble è stato guidato da Emanuele Cardi, eccellenza organistica della Campania.

L’ensemble è regolarmente coinvolto a Napoli in occasione delle stagioni concertistiche della Fondazione Pietà de’ Turchini, ma è riuscito a richiamare l’interesse di molti festival e istituzioni nazionali e internazionali prendendo parte alla loro programmazione, tra cui Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Concerti del Quirinale, l’Accademia Musica Antica Milano, Muse Salentine, Oude Muziek Utrecht, il Festival Barocco Alessandro Stradella, Stockholm Early Music Festival, Napoli Teatro Festival e Ravello Festival. Talenti Vulcanici registra per la prestigiosa etichetta Arcana del gruppo Outhere, in una collana editoriale dedicata a Napoli e al suo patrimonio musicale, impreziosita dalle opere di Mimmo Jodice, considerato uno dei più celebri maestri della fotografia mondiale.

La volontà di esplorare percorsi sempre nuovi, di rileggere con una tensione contemporanea l’eredità di grandi maestri del passato, riportandone alla luce pagine musicali inspiegabilmente dimenticate, caratterizza il repertorio di Scuola musicale napoletana in cui l’ensemble costantemente si cimenta, spaziando tra composizioni vocali e strumentali, sacre e profane, tra musica e teatro.

Nel 2019 la giuria della XXXIX edizione del Premio Franco Abbiati ha assegnato al progetto Talenti Vulcanici il premio come “Miglior iniziativa musicale” per “la pionieristica iniziativa ideata da Federica Castaldo con la consulenza musicologica di Paologiovanni Maione e il management di Marco Rossi, a favore della promozione di giovani talenti musicali coinvolti in un percorso in residenza formativa e professionale, con la guida musicale di Stefano Demicheli e la supervisione di tutors specializzati nella prassi esecutiva filologicamente informata”.

Dal 2021 le sue produzioni audiovisive trovano diffusione su piattaforme digitali nazionali e internazionali (RaiPlay, Stingray Classica), canali TV (Rai 5, Sky Classica HD) e radio (Rai Radio 3).

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