JSB
Armoniosa Armoniosa nasce nel 2012 dall’esperienza artistica iniziata in seno alle attività culturali dell’Istituto Diocesano Liturgico-Musicale della Diocesi di Asti,…
Coro Giovanile “Il Calicanto”
Silvana Noschese, direttore
Programma
CORO GIOVANILE “IL CALICANTO”
Il Gruppo Giovanile a voci pari “Il Calicanto” è composto da cantori di età compresa tra i 14 e i 25 anni. Nato nel 2000 come Coro di voci bianche si è sviluppato nel tempo grazie al lavoro di studio e di crescita “insieme” e rappresenta oggi la Formazione giovanile dell’Associazione Estro Armonico.
Il Calicanto ha partecipato a svariate Rassegne e Festival (Follonica, Teramo, Riccione, Roma, Vittorio Veneto Lignano Sabbiadoro, Marostica, Sassari). Del 2011 l’invito a partecipare come uno tra gli otto cori selezionati in tutta Italia al Festival Nazionale Giovanile “Cantare è Giovane” di Torino; nello stesso anno ha partecipato all’Ivy tour di Elisa esibendosi al Pala Sele di Eboli e al Teatro Augusteo di Napoli. Ha partecipato alle ultime tre edizioni del Festival “Europa Cantat” (Utrecht 2009, Torino 2012, Pècs 2015, Tallinn 2018) esibendosi con due repertori: uno sacro e uno popolare. E’ stato invitato ad esibirsi, inoltre, all’interno della manifestazione internazionale del “Giffoni Film Festival” in più di un’edizione. Si è classificato sempre tra i primi posti ai concorsi di Riva del Garda, Quartiano (MI), Vittorio Veneto e Matera, con premio speciale per la miglior esecuzione di un brano contemporaneo. Al “XXVII International Choir Competition and Festival Praga Cantat” (ottobre-novembre 2014) ha ricevuto la Fascia Oro, nonche il Premio Speciale per il “canto coreografato”. Ottiene, inoltre, il Primo Premio Assoluto al V Concorso Nazionale Corale A.M.A. Calabria nell’anno 2015 con il punteggio di 94/100. Nell’anno 2016 il coro Il Calicanto torna dalla X edizione del ‘Rimini International Choral Competition’ con il 1° Premio nella Categoria A (Equal Voices Choirs), che gli permette la partecipazione alla Categoria X (Grand Prix). Ottiene inoltre la Fascia Oro nella Categoria D (Gospel, Spiritual and Folk).
Nel 2016 ha partecipato alla manifestazione “La Piazza Incantata”, organizzata in Piazza Plebiscito a Napoli, insieme a 13000 coristi provenienti da tutta Italia.
Nel 2017 il coro si è classificato 2° posto nella Categoria C – Voci giovanili al IX Concorso nazionale “Il Garda in coro”.
Il coro “Il Calicanto” segue regolarmente seminari di studi e approfondimenti sui diversi stili vocali e corali con Maestri della coralità italiana e straniera: Acciai, Busto, Cadario, Donati, Giorgi, Kuret, Lanaro, Leo, Marchetti, Mora, Paraninfo, Pozzoli, Tabbia.
SILVANA NOSCHESE
Diplomata in pianoforte. Laureata in Sociologia con una tesi dal titolo” Musica/Bambino: Espressione Comunicazione Terapia. Ha frequentato il Corso Quadriennale di Musicoterapia ad Assisi diplomandosi con la tesi “Musica e globalità dei linguaggi”. Ha conseguito il Diploma di Didattica della Musica presso il Conservatorio di Avellino.
Si è laureata al D.A.M.S. di Bologna discutendo una tesi dal titolo Corpo Voce Canto: Esperienze Ricerche Proposte.
Ha frequentato il Corso Triennale di Musica Corale e Direzione di Coro “R. Goitre” a Mercogliano (Avellino) con il M.Giovanni Acciai.
Si è inoltre formata in Francia in Psicofonia presso il “College di M. Louise Aucher” conseguendo il titolo di “Esperto “.
Ha partecipato a numerosi corsi e seminari di espressione corporea, danzaterapia ( con Maria Fux, Maria Elena Garcia, Susanne Martinetez cc.,) teatro e vocalità ( con Enrique Pardo, Steve Woodburry, il gruppo vocale The Swingle Singers, ecc.), canto e direzione corale ( Streito, Corsi Internazionale di Ravenna con Bruno Zagni, Piergiorgio Righele,Marika Rizzo e Giorgio Kirschner) ed i corsi organizzati dall’A.S.A.C. e Fe.N.I.A.R.C.O con Giovanni Acciai, Peter Neumann, Gary Graden, ecc), direzione d’orchestra (con il Maestro Mariano Patti), composizione (con il Maestro De Martino, Jorio, Panariello), animazione musicale e pedagogia della musica – tra i quali alcuni specifici indetti dalla S.I.E.M. con Sebastian Korn.
Presente in numerosi convegni e seminari sulla vocalità, sulla didattica della musica, sui linguaggi non verbali e sulla musicoterapia, ha portato le proprie esperienze didattiche anche in convegni nazionali (febbraio1990: Seminario “Forme e luoghi della musicoterapia” organizzato dall’Istituto di Psicologia dell’Università’ degli Studi di Milano, con un intervento dal titolo “Il bambino, il suono e la musica”. Aprile 1990Convegno di Musicoterapia svoltosi A SALERNO CON un intervento dal titolo “Musica e Integrazione: un’esperienza di musicoterapia”.
Note di sala
di Paola De Simone
Sacro o profano, di lode, fede e speranza, di festa o preghiera: volgendo lo sguardo lassù, con ferma fiducia, verso il mistero e le luci del Cielo.
Il canto a più voci ha in realtà sin dalle origini, al di là dei generi e dei contesti geografico-culturali, rivolto ad astra la più alta condivisione dei cuori fra l’umano e il divino. Esprimendo giubilo e gioia, amore o tristezza, ma pur sempre rafforzando l’unione e il sentire privilegiando il medium canoro, così come chiaramente scolpito agli albori dell’era cristiana nei commenti di Sant’Agostino sui versetti dei Salmi 33, 2-3 e 149, 1-5: “Celebrate il Signore al suono della cetra, lodatelo sull’arpa a dieci corde. Cantate per lui un canto nuovo, acclamatelo con la musica più bella!”; e, ancora, “Cantate al Signore un canto nuovo. Lodatelo nell’assemblea dei fedeli! […] Lodate il Signore con danze, cantate al suono del tamburo e dell’arpa, perché il Signore ama il suo popolo […]. E nel trionfo esultino i fedeli, anche di notte cantino di gioia”. Un’ispirazione e un’intesa legate fra i secoli e che, dai diversi angoli del tempo e del mondo, rispondono con intonazioni più o meno celebri ma di pari forza espressiva, come da esempi qui portati a raccolta per quattrodici, diverse stazioni.
La prima, Sabemos parir, appartiene al miracolo della nascita e alle tradizioni sacro-mediterranee del nostro tempo. Estratta infatti dall’album “Nacer, Renacer” inciso nel 2005 dalla cantante e musicologa catalana Rosa Zaragoza Lluch (nata a Barcellona nel marzo 1958), il brano ne reca la peculiare cifra di contaminazione fra le tre culture religiose della penisola iberica, screziato com’è di inflessioni ebraiche, mussulmane e cristiane.
Alle radici del grande capitolo rinascimentale riconducono invece, su diversa tradizione, il Regem Coeli di Tomás Luis de Victoria e il Cantate Domino di Hans Leo Hassler. Il primo, forgiato fra la cultura ispanica e romana da colui che fu il massimo compositore del Cinquecento spagnolo e, con Palestrina, autore-emblema di una polifonia liturgica di assoluta classicità sia nelle grandi che piccole forme in virtù di un’ispirazione religiosa sincera sostenuta da una rara tecnica dell’architettura musicale, ferve di un vivo spirito gesuitico. Nato fra Salamanca e Madrid, ad Avila, fanciullo cantore presto avviato ad una salda istruzione letteraria oltre che musicale, Victoria giunge a Roma probabilmente nel 1565 lavorando nel pieno della Controriforma fra il Collegio Germanico e il polo filippino di San Gerolamo della Carità in qualità di cantores, organista, insegnante e, a seguire, di maestro di cappella. Fra il soggiorno romano e il rientro in Spagna, dove opera su nomina del re Filippo II in qualità di cappellano della sorella imperatrice Maria, presso il Monasterio de las Descalzadas, nascono alcune delle sue raccolte miliari, fatte di salmi, messe, inni, mottetti e magnificat da 3 a 12 voci. Al ceppo tedesco fra tardo Rinascimento e primo Barocco rinvia invece il secondo, brano nato da un compositore e organista di Norimberga che conosce e innesta nel proprio stile quello concertato e policorale del polo veneziano, della scuola polifonica dei Gabrieli per intenderci, esportandone ed esaltandone fra i primi in Europa i contrasti di colore e l’uso degli effetti cromatici.
Il confronto fra tradizioni differenti prosegue saltando nuovamente sugli autori più recenti. Per il fronte italiano si ascoltano, rispettivamente con un Agnus Dei, Occhi lucenti e belli, Era la luna più una coppia di canti di antica tradizione liturgica, i pentagrammi di Ivo Antognini, Marco Ferretti, Enrico Miaroma e di Manolo Da Rold. Piuttosto strana la storia del primo, svizzero per nascita (Locarno, 1963) e jazzista per formazione, dedito a produrre molteplici colonne sonore per film, documentari e sigle tv ma, attualmente, per lo più noto, richiesto all’estero e premiato per le composizioni corali germinate a partire dal 2006 grazie all’incontro casuale con il Coro Calicantus diretto da Mario Fontana. Ancor più giovane è Marco Ferretti, flautista, compositore e direttore di coro nato a Senigallia nel 1974, specializzatosi nell’arte polivocale, fino a ricoprire la carica di Commissario Artistico per l’Associazione Regionale Cori Marchigiani. È autore di numerose pagine ampiamente eseguite sia in Italia che all’estero, premiate in concorsi, pubblicate da Erreffe, Feniarco Edizioni Musicali e su riviste di settore, incise in compact disc e dvd, divulgate dalla Radio Vaticana e altre radio europee. Fra queste, la più recente e in catalogo al numero d’opera 76, è Occhi lucenti e belli, per Coro femminile a 4 voci a cappella.
Del compositore, organista, pianista e direttore di coro trentino Miaroma, classe 1962, è quindi in scaletta un esempio ispirato al bianco satellite lunare come da capolavoro leopardiano oltre una scrittura polifonica per lo più attenta al recupero delle matrici di tradizione popolare, in special modo del suo territorio natìo. Bellunese del 1976, studi pianistici, d’organo e composizione, nonché fondatore e direttore di ensemble corali oltre che etnomusicologo attento alla riscoperta di melodie arcaiche, Manolo Da Rold firma qui a seguire due pagine ispirate alla migliore tradizione sacra: un intenso Laudate Dominum per voci femminili divise, edito dalla Alliance Music, giocato per pannelli dinamici in crescendo e a contrasto, più un Regina Coeli dedicato al Coro Amuse di New York.
Il filo con la Spagna è poi ripreso al femminile, con l’Ave Maris Stella per coro a quattro voci di un’importante cantante e compositrice specializzatasi in direzione di coro, Eva Ugalde, nata nel 1973 a San Sebastián e apprezzata per le sue originali creazioni, d’impianto sostanzialmente tonale ma screziate di armonie jazz con spunti ritmici New Age.
In rappresentanza dell’est europeo il programma propone intanto Stars del cantante e compositore lettone Eriks Esenvalds (Priekule, 1977), per poi salpare e fare rotta in doppia battuta, con Famine song e con And so it goes, verso le nuove terre d’Oltreoceano: ancora una volta in quota rosa con Moira Smiley, nativa del Vermont e attiva a Los Angeles come una delle più interessanti cantanti, compositrici e polistrumentiste della sua generazione grazie a uno stile originalissimo pronto a contaminare stilemi folk d’Europa e d’America, tradizioni, metafore e viaggi border crossing, così come nel richiamo alla pace partendo dalla carestia irlandese nel cuore dell’Ottocento britannico. Quindi, con il celeberrimo Billy (al secolo William Martin) Joel nato nel maggio 1949 a New York, campione negli anni Ottanta del pop e soft rock, in prima linea e in tandem fra stile e concerti con Elton John, Grammy Legend Award nell’anno 1990, vita di lusso fra quattro mogli e prestigiosa villa a Miami Beach poi venduta a Diego Della Valle, record recentissimo a segno con il centesimo concerto parimenti sold out al Madison Square Garden (18 luglio 2018), dal suo primo nel 1978. Chiudono la rassegna in coro, in omaggio alle imminenti festività natalizie, Have yourself a merry little Christmas di Hugh Martin e Ralph Blane nella versione di Mark Hayes e Song of hope della compositrice-cantante svedese – bel talento del 1967 – Susanna Lindmark.
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