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ReMozart

NEMA Ensemble

Chiesa di Santa Caterina da Siena, Napoli
18.00 - 19.00
  • Biglietto intero: € 10 €
  • Biglietto ridotto (Over 65, studenti fino a 25 anni, Wunderkammer carta, CartaEffe, Artecard, abbonati Teatro Stabile di Napoli, soci Fai): € 7 €


NEMA Ensemble
Vincenzo Gaudino flauto
Francesco Filisdeo clarinetto
Leonardo Ricci violino
Davide Maria Viola violoncello
Andrea Riccio pianoforte
Cosimo Abbate direttore


BIGLIETTI DISPONIBILI IN SEDE E IN PREVENDITA

È possibile acquistare i biglietti in prevendita:
– online sul sito TicketOnLine – Azzurro Service entro e non oltre le ore 12.00 del giorno del concerto;
– presso i punti vendita Azzurro Service indicati;
– presso il punto vendita Concerteria (via Michelangelo Schipa 15) o telefonicamente al numero +39 0817611221

BIGLIETTO RIDOTTO
Il biglietto ridotto (€ 7) potrà essere acquistato esclusivamente al botteghino presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena prima dell’inizio del concerto, o nel punto vendita certificato: Concerteria, via Schipa


PARCHEGGIO CONSIGLIATO

GARAGE GREEN PARKING NAPOLI
Via S.Carlo Alle Mortelle, 80132 – Napoli
tel: 081 418515
come raggiungerci 

Il garage si trova a pochi passi dalla Chiesa di Santa Caterina da Siena. In occasione dei concerti è possibile usufruire dello sconto di 1 € sulla tariffa oraria:
– per auto piccole e medie: €3.00 invece di €4.00
– per auto grandi: €4.00 invece di €5.00.
PER USUFRUIRE DELLO SCONTO È OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE  TELEFONANDO AL NUMERO 081 418515, COMUNICANDO LA PARTECIPAZIONE AL CONCERTO.


Maggiori informazioni
segreteria@turchini.it

Programma

NEMA Ensemble
L.D.I.Q.R. *

Rouzbeh Rafie
Suedama

Riccardo Perugini
Adagio *

Andrea Damiano Cotti
Ouverture da Il flauto magico *

Arvo Pärt
Mozart-Adagio

Apollonio Maiello
Within a minute

Domenico Turi
La notte delle dissonanze *

Roberto Vetrano
Divertimento *

 * prima esecuzione assoluta         


ReMozart

Note di sala
ReMozart rappresenta il terzo appuntamento di un percorso a cura di Cosimo Abbate e Lorenzo Pone già avviato con gli eventi Storie Naturali e Temi|Rifrazioni, i cui obiettivi proposti sono da un lato la scoperta del linguaggio musicale di giovani compositori, dall’altro la volontà di rendere Napoli un polo di produzione, accoglienza e diffusione delle nuove manifestazioni musicali del presente. Un concerto di musiche nuove, dunque, ma, allo stesso tempo, un vero e proprio percorso attraverso le sfaccettature della poetica di Mozart, restituite ad echi e significati del tutto rinnovati attraverso il prisma della contemporaneità. L’intento che sottostà alla scelta del repertorio di questo concerto si rifà ad una volontà duplice: da un lato rileggere Mozart attraverso una pluralità di stili e linguaggi musicali, dall’altro riscoprire questa pluralità in nuce all’interno del corpus mozartiano stesso. La pluralità di stili che viene qui riassunta non manca di riflettere sugli aspetti più classici e noti della sua poetica, ma ciò che attrae lo spettatore sarà l’affiancamento a diverse facce e versioni di Mozart, sconosciute ai più: un Mozart sperimentatore timbrico, un Mozart che esplora il valore espressivo della dissonanza, un Mozart ben più complesso di quanto la narrazione sull’enfant prodige lasci immaginare.    
I brani protagonisti dell’evento, tutti scritti appositamente per il presente progetto (ad esclusione di Mozart-Adagio, Arvo Pärt), sono stati commissionati dal NEMA Ensemble a sei giovani compositori già avviati, nonostante la giovane età, a brillanti carriere professionali, in una ipotetica linea di contatto tra presente e passato, che determina a livello profondo il vero significato del progetto: il rivolgersi alle qualità evocative del suono, utilizzando in senso espressivo tutte le acquisizioni dei nuovi linguaggi in sinergia con l’irrinunciabile retaggio della tradizione musicale, per un’arte vogliosa di definirsi “contemporanea” in quanto composita, attuale. Da questo punto di vista la musica di Mozart attraverso lo sguardo di compositori giovani (e la scelta giovanile non è casuale, se pensiamo che Mozart non conobbe mai i sentimenti e le visioni del mondo dell’età media e senile), si ripresenta forse in una delle sue versioni più autentiche, capaci di esprimere senza freni o addomesticamenti tutto il suo potere travolgente e la sua ironia. Ciò che il NEMA Ensemble ha scelto di sperimentare non può essere letto dunque attraverso le categorie del riarrangiamento o tantomeno del tentativo di attualizzare un’arte obsoleta: il progetto suona piuttosto come una riattivazione di un potere intrinseco all’opera mozartiana, le opere musicali, d’altronde, non sono certo degli oggetti inerti, non fosse altro per la loro immaterialità. La giusta disposizione d’animo che il pubblico può e ha il compito di avere sarà quella di rimuovere ogni pregiudizio sulla figura del genio di Salisburgo, ogni etichetta.  
Il rapporto tra il materiale mozartiano e quello originalmente composto sarà estremamente variegato: talora appariranno esplicite citazioni, trasfigurate come in un prisma o in una visione onirica; talora sarà il genere e la forma mozartiana a farsi riconoscere, pur manifestandosi mediante linguaggi musicali lontani e diversi; talora sarà il carattere e il Geist mozartiano a fare da ponte. Il valore espressivo dell’opera mozartiana verrà quindi rappresentato come un ventaglio di possibilità che spaziano dalla rielaborazione che espande e illumina le peculiarità intrinseche della pagina originaria, fino a forme di trasfigurazione radicale del pre-testo mozartiano.

I brani in programma Suedama di Rouzbeh Rafie e Within a minute di Apollonio Maiello sono stati presentati in prima assoluta dal NEMA Ensemble nella stagione concertistica dell’Accademia Chigiana lo scorso agosto 2023, Mozart-Adagio, Arvo Pärt è stato eseguito per la prima volta nel 1992. I restanti brani del presente concerto sono eseguiti in prima assoluta.       

Il richiamo al genio austriaco che accomuna le musiche del concerto prenderà le mosse da L.D.I.Q.R. brano di improvvisazione collettiva coordinata, basato sul tema del Lacrimosa dal Requiem k. 626. Idea, struttura e protocollo gestuale per l’esecuzione di L.D.I.Q.R. sono stati tutti approntati dal NEMA Ensemble che, con questo brano, si fa autore oltre che interprete del concerto. L’azione esecutiva è coordinata dal direttore che, tramite un inventario di gesti prestabiliti, indica agli strumentisti i procedimenti di rielaborazione da attuare di volta in volta: si va dalla esecuzione di uno o più frammenti a scelta del tema a gestualità che ne conservano la sola figurazione ritmica, da procedimenti di dilatazione e contrazione ritmica fino all’impiego di tecniche estese che ne ricalcano il disegno tematico. L.D.I.Q.R. è dunque un “campo di possibilità” in cui i procedimenti messi in campo sono quelli della rielaborazione/trasfigurazione tematica propri del processo compositivo ma che si realizzano hic et nunc nel fluire del decorso musicale.

Suedama rappresenta il dialogo fervido e senza freni che tesse il compositore iraniano Rouzbeh Rafie con l’opera mozartiana. Il brano, tripartito ma unitario nella sua concezione, si basa sulla rielaborazione della Fantasia in re minore k. 397, trasfigurata da Rafie in un campo armonico da cui desumere gli elementi che danno origine alla forma del brano. La composizione si apre con una citazione del quarto e ultimo movimento della celeberrima Sinfonia n. 40 (e in particolare l’inizio dello sviluppo dove Mozart, vero visionario, crea una scala modulante su undici note della scala cromatica). Questo incipit, suonato dal clarinetto, tuttavia è una scintilla, un germe, che spalanca le finestre sui tre momenti/movimenti che costituiscono il brano, ricco di sonorità eterogenee, che soprattutto fa della narrazione, del crescendo di tensione e dell’impiego di elementi ostinati, ossessivi, il suo nucleo centrale.

Adagio di Riccardo Perugini, rilegge il primo movimento dell’Adagio e rondò per Glasharmonika K 617, scritto da Mozart per un organico comprendente armonica a bicchieri, flauto, oboe, viola e violoncello. A partire dalla glassarmonica, ma discostandosi da una semplice operazione di ripresa a livello mimetico-onomatopeico, Perugini ha ricostruito nell’Adagio un originale “velo” timbrico, ottenuto dalla combinazione di diverse tecniche non convenzionali rispetto alla tradizione, ma che rientrano ormai nel vocabolario della contemporaneità: dal pianoforte preparato (ovvero ‘”allestito” al suo interno con oggetti di vario tipo che ne modificano il suono) con corde di metallo e palline, al fine di creare un timbro “vetroso”, all’utilizzo di sonorità estremamente acute e soffuse ottenute sia tramite gli armonici naturali e artificiali degli strumenti ad arco. Il risultato è un brano capace di mettere ancora in contatto due mondi sonori storicamente lontani: quello del passato e quello dell’attualità, uniti nella ricerca timbrica al servizio di una delicata, vitrea, fragilità.

Guardare un materiale da altre prospettive, ripensarlo, dargli nuove sembianze e nuova vita: si può pensare alla trascrizione come un’opportunità grazie alla quale strade suggerite dal materiale possano tornare sottoforma di ‘futuri possibili’. La trascrizione ad opera del compositore Andrea Damiano Cotti della celeberrima Overture da Il flauto magico realizza proprio questa idea di percorsi alternativi: una Overture che possiamo definire timbrica, laddove Cotti mette in campo una serie di procedimenti che trasfigurano, parcellizzano la scrittura mozartiana, per ricostruirne il tracciato a mezzo di oggetti sonori complessi. Il risultato è una rilettura del brano dai colori estremi, gioco continuo e di scambio tra l’emersione del testo mozartiano e la sua riscrittura.

La sezione centrale del concerto è dedicata ad una formazione intermedia dell’ensemble: il trio violino, violoncello, pianoforte e vedrà l’esecuzione del brano Mozar-Adagio del compositore Arvo Pärt  (unico brano in programma non espressamente scritto per il concerto ReMozart). Si tratta di un adattamento del secondo movimento dalla Sonata per pianoforte k. 280. Gli interventi di Pärt sulla partitura mozartiana risultano minimi: eccettuate alcune lievi interpolazioni, nonché gli inserti a canone tra i diversi strumenti, la riscrittura è assolutamente rispettosa del testo originale. Ne deriva un componimento in cui la mano del compositore estone agisce da amplificatore della forza drammatica del testo originario: il brano è infatti un omaggio al violinista Oleg Kagan prematuramente scomparso all’età di quarantatré anni. Nel lamentare la perdita di un amico, Pärt utilizza lo strumento della dissonanza (impiegata da Mozart con parsimonia) facendone leitmotive del brano nonché simbolo del dolore e dell’assenza, restituendoci un momento cameristico “intimo” dalla rara e intensa sensibilità.

Le vie di incontro con Mozart, estremamente varie, del presente concerto toccano anche la cronaca. In Within a minute del compositore italo-tedesco Apollonio Maiello, verrà infatti ricordato uno degli episodi emblematici nella storia dell’interpretazione delle opere mozartiane. I protagonisti sono Riccardo Chailly, alla guida dell’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam e Maria Joao Pires, pianista di fama internazionale e raffinata interprete mozartiana. È lo stesso Chailly (in un documentario del 1998), a ripercorrere a posteriori, i tre minuti che hanno preceduto il primo solo del Concerto per pianoforte e orchestra in re minore n. 20 K. 466: lo shock e la sorpresa della pianista, quando si trovò a dover suonare un altro concerto rispetto a quello che aveva preparato, scoprendolo sul palcoscenico durante l’esecuzione in una prova aperta al pubblico e reagendo da incredibile fuoriclasse. Il brano di Maiello, memore dell’aneddoto, si basa sulla rielaborazione di frammenti ricavati dai concerti per pianoforte e orchestra k. 271, k. 488 e k. 459 intessuti in una preziosa trama di armonie moderne.

Non poteva mancare all’interno di ReMozart un riferimento al visionario brano del compositore austriaco che anticipa tendenze molto in là a venire rispetto alla propria epoca: parliamo del Quartetto d’archi k. 465, detto delle dissonanze. La notte delle dissonanze, brano per solo pianoforte del compositore Domenico Turi, è un “teatro notturno” che, mediante l’impiego di armonie ardite e una ricerca sonora delicata e originale, rimette in scena l’incipit del famoso componimento. L’uso delle dissonanze e il distintivo ribattuto affidato alla mano destra del pianoforte – citazione del perpetuo movimento del violoncello nell’incipit del quartetto – ricreano l’atmosfera dell’audace piano tonale mozartiano. La scelta del compositore di far durare il brano esattamente ventidue battute come l’originale inizio mozartiano rappresenta l’elogio alla suprema raffinatezza della tecnica compositiva di Mozart, intento realizzato da Turi nell’affermazione, al contempo, della propria originale e riconoscibile cifra stilistica.

Divertimento di Roberto Vetrano nasce dalla proposta di rielaborare il momento finale del divertimento Eine Musikalischer Spaß, composizione di  Mozart nata con intento parodico che riserva all’ascoltatore una serie di imprevedibili e ironiche irriverenze musicali. Il filosofo Adorno definirà il divertimento mozartiano una “precoce anticipazione” del Petruška di Stravinskij per la sua tendenza a nascondere sotto l’ombra del carattere stravagante una forma di emancipazione della dissonanza. Vetrano, partendo dall’originale mozartiano, ne rilegge ed evolve gli intenti: l’ironia è diventata ossessione; di leggero, giocoso e ironico c’è la costruzione della sua idea, resa in musica attraverso un eterno ritornello, un loop. Ecco come il componimento presenta quella che potremmo definire una estetica del loop e della ripetizione, qui intesa non in senso minimalista, ma come occasione di far emergere, di volta in volta una, possibilità parallela e inesplorata, uno sguardo alternativo in un ‘eterno ritorno’ tematico.


NEMA Ensemble
Il NEMA, acronimo di Napoli Ensemble Musiche Attuali, si forma nel 2023, a pochi mesi dalla propria costituzione è selezionato dall’Accademia Chigiana di Siena per il progetto Innovation in Chamber Music. L’ensemble ha al suo attivo un nutrito gruppo di lavori composti su commissione, alcuni dei quali presentati in prima assoluta per la stagione della Chigiana nell’estate del 2023. Strutturato come quel che è uso definire un ‘Pierrot ensemble’, vale a dire un gruppo da camera modellato sull’organico di base del Pierrot Lunaire di Schönberg – flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte e direttore -,  la sua costituzione è legata a doppio filo ad un  afflato innovativo che ha il suo centro nella città di Napoli e che si manifesta nel 2021 e nel 2022 rispettivamente con gli eventi Storie Naturali e Temi|Rifrazioni. In tal senso il NEMA, quale ensemble dedito alla divulgazione delle musiche del presente e altresì di quelle innervate dai linguaggi più storicizzati della contemporaneità, è l’emanazione più diretta e concreta della visione la cui nascita si è statuita con i due eventi. Nulla è più difficile che creare un ensemble musicale che sappia darsi un setting professionale e mantenere un’intensità di lavoro – nel corso delle prove – che riveli una sua regolare ascesa, ma la configurazione attuale dell’insieme, fortunata convergenza di musicisti provenienti da plurime esperienze, ha reso possibile il successo della già menzionata presentazione ufficiale – l’esperienza senese – durante la quale gli interpreti hanno anche avuto l’occasione di lavorare con un mentore del calibro di David Krakauer. La nascita del NEMA, e l’evento ReMozart in quanto terzo di una serie avviatasi dal 2021, rappresentano dunque il più significativo atto di continuità con la ‘visione’ che ha fatto da scintilla a un ardore rivoluzionario, visione che oggi si ripropone arricchita di altre forze, altri ingegni, altre proposte, collaborazioni e supporters.
Una volta messa a fuoco questa unità, è importante sottolineare che essa è tale in quanto intreccio di personalità ben definite e tra loro complementari e differenti. Andrea Riccio pianista, formatosi sulle grandi opere di repertorio, dotato di originalità e una musicalità naturalmente raffinata e preziosa nei fraseggi, con un estro brillante nella composizione dei suoi programmi, spesso nutriti da sue proprie trascrizioni, rielaborazioni, meta composizioni frutto di un attento studio del crossover e della contaminazione, vena costruttiva, questa, osmoticamente trasmigrata nello spirito del NEMA. Vincenzo Gaudino e Francesco Filisdeo costituiscono la sezione dei fiati dell’ensemble, entrambi musicisti formatisi a Napoli e perfezionatisi rispettivamente presso la Scuola di Musica di Fiesole e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Gaudino, già allievo di Andrea Oliva, arricchisce l’ensemble di una sonorità trasparente ma estremamente rotonda, frutto di importanti esperienze in complessi orchestrali di prima statura, laddove Filisdeo, perfezionatosi con Alessandro Carbonare, è clarinettista dal suono caldo, armonico, intriso di morbidezze. Entrambi musicisti versatili, esperti  dei linguaggi delle musiche attuali, il loro contributo diviene spesso fondamentale nel lavoro sulle composizioni commissionate dall’ensemble, lavorando al fianco dei compositori ai fini di modellare le scritture nel modo strumentalmente più efficace. Leonardo Ricci, violinista, è una presenza stabile in ambito senese e non solo. Allievo di Salvatore Accardo, è interprete dalla fine duttilità, dal suono nobile e da un cantabile nettamente pronunciato. Davide Maria Viola, violoncellista dell’ensemble, proviene da esperienze molto dirette nel campo delle musiche attuali, in specie per quel che riguarda operazioni di contaminazione e di improvvisazione in gruppi da camera: il recente disco Le Grand K è una capolavoro di equilibri e tensioni nel quale il violoncello di Davide Viola tesse i fili di una profondità che contraddistingue anche il suo lavoro col NEMA. Alla direzione dell’ensemble, Cosimo Abbate, già compositore dalla felicissima mano, si dimostra attento alla chiarezza della linea, con un’attenzione sempre devotissima al lirismo, alle componenti poetiche ed evocative dei linguaggi contemporanei, aspetti, questi, che contraddistinguono altresì la sua scrittura musicale.
Ciò che più è importante nella definizione di un’interprete, è il gradiente espresso in termini di personalità. La composizione, sulla pagina, non rappresenta nulla se non viene accesa di significato dalla vita che vi infonde l’interprete. La personalità del NEMA, nella sua totalità, ha forgiato plasticamente le pagine di musica che al gruppo sono state dedicate: frutto ardentemente voluto e desiderato della nascita di una ‘visione’ innovativa nella promozione delle manifestazioni musicali del nostro presente.

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