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Sonate per violino e clavicembalo obbligato

Chiesa di Santa Caterina da Siena, Napoli
19.00 - 20.00
  • Biglietto unico: 10 €
  • Biglietto ridotto (Over 65, studenti fino a 25 anni,Wunderkammer carta, abbonati Teatro Stabile di Napoli, soci Fai): 7 €


Boris Begelman, violino

Andrea Buccarella, clavicembalo


BIGLIETTI DISPONIBILI IN PREVENDITA CLICCANDO QUI entro e non oltre le ore 12.00 di domenica 15 maggio.

BIGLIETTI DISPONIBILI IN SEDE CON PRENOTAZIONE CONSIGLIATA, INVIANDO UNA MAIL A segreteria@turchini.it CON INDICAZIONE DI NOMINATIVO, RECAPITO TELEFONICO E MAIL entro e non oltre le ore 12.00 di venerdì 13 maggio.


E’ obbligatorio l’uso della mascherina FFP2.


Il biglietto ridotto (7,00€) potrà essere acquistato esclusivamente al botteghino presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena prima dell’inizio del concerto, o nei punti vendita certificati di seguito indicati:

  • Concerteria, via Schipa;
  • Azzurro service, Feltrinelli – Piazza dei Martiri.

Credits delle foto presenti sulla grafica:

Boris Begelman: RibaltaLuce Studio

Andrea Buccarella: Daniele Caminiti

 

Programma

Johann Sebastian Bach

Sonata in sol maggiore per violino e basso continuo BWV 1021

Adagio – Vivace – Largo – Presto

Sonata in si minore per violino e clavicembalo BWV 1014

Adagio –  Allegro – Andante – Allegro

Sonata in la maggiore per violino e clavicembalo BWV 1015

[Andante] – Allegro – Andante un poco – Presto

Sonata in sol maggiore per violino e clavicembalo BWV 1019

Allegro – Largo – Allegro – Adagio ma non tanto –      Allegro


Sonate per violino e clavicembalo obbligato

Il ciclo delle sei sonate “à Cembalo [con]certato è Violino solo” fu composto durante il periodo che Bach passò a Köthen, ovvero dalla fine del 1717 ai primi mesi del 1723, presso la corte del principe Leopoldo, dove prese servizio come maestro di cappella e direttore della musica da camera. Se è pur vero che il principe Leopoldo, lui stesso musicista e grande estimatore del talento di Bach, lo pagava bene e gli garantiva una considerevole tolleranza su ciò che componeva o suonava per lui, egli era calvinista e i severi principi di questa religione rifiutavano la musica liturgica eccessivamente elaborata. Per questo motivo la maggior parte delle opere che Bach compose in quegli anni fu di natura secolare: oltre alle numerosissime composizioni per organo e clavicembalo, risalgono a questo periodo i Concerti Brandeburghesi, le Suite Orchestrali, le sonate per violoncello e le sonate e partite per violino solo. Proprio in questo periodo così prolifico sul versante della musica strumentale, Bach elaborò una forma di nuova concezione: la sonata concertante per strumento a tastiera e strumento melodico, di cui sono un perfetto esempio le 6 sonate per cembalo e violino e le 3 sonate per cembalo e viola da gamba. La principale novità di questa nuova forma consisteva nel fatto che il clavicembalo non fosse relegato a mero accompagnamento del solista, come ad esempio nelle sonate per violino e basso continuo, ma che avesse un ruolo paritetico ad esso. La cura che Bach dedicò alla composizione delle 6 sonate per clavicembalo e violino è testimoniata inoltre dalle numerose revisioni apportate alle sonate in epoche più tarde, durante gli anni in cui il compositore era in servizio a Lipsia (intorno al 1725-1730 prima e poi nel 1749). Tutte le sonate sono scritte in forma di trio e seguono regolarmente la struttura canonica in quattro movimenti “all’italiana” (lento-veloce-lento-veloce). I movimenti rapidi constano di una rigorosa struttura simile a quella di una invenzione a tre voci con contrappunti intercambiabili. Le due voci soprane sono affidate al violino ed alla mano destra del clavicembalo, mentre quella bassa viene ovviamente affidata alla mano sinistra. Le tre voci dialogano ad armi pari, si intersecano e si scambiano in un dialogo serrato e senza tregua, come si addice alla migliore arte contrappuntistica del genio di Eisenach, con una naturale leggera prevalenza tematica nelle parti acute, dovendo necessariamente la voce grave assumere a volte le semplici funzioni di basso portante, e più raramente di un semplice basso continuo numerato. E proprio in questa interscambiabilità, da Bach esplorata in lungo ed in largo, secondo i tracciati di tutte le sue possibili variabili, consiste uno dei maggiori pregi ed al tempo stesso una delle maggiori difficoltà dell’opera.  

La Sonata in sol maggiore per violino e basso continuo BWV 1021, anch’essa composte a Köthen intorno al 1720, risponde al modello italiano della sonata da chiesa. In questo caso non siamo in presenza di una sonata in forma di trio, caratterizzata da un dialogo polifonico, ma di quello che all’inizio del XVIII secolo veniva definito un “solo”, in cui il violino viene sostenuto ed accompagnato dal basso continuo del clavicembalo. 

La Sonata in si minore per violino e clavicembalo BWV 1014 si apre con un Adagio in cui il violino si sovrappone all’andamento divagante del cembalo con un sinuoso controcanto ornamentale d’intensificazione espressiva, per poi assimilare in passaggi a corde doppie i disegni dello strumento a tastiera. La successiva fuga, in tempo Allegro, ha le movenze giocose di una Gavotte o di una Bourrée e una forma ternaria. Nel terzo movimento, Andante, il violino e la mano destra del cembalo dialogano in fitto ma sereno intreccio contrappuntistico sul sostegno del basso. L’Allegro finale è una fuga compresa entro una forma binaria, le cui parti sono, come d’abitudine, ritornellate.

L’indicazione dolce connota l’affettuosa cifra espressiva e l’intonazione pastorale del primo movimento della Sonata in la maggiore per violino e clavicembalo BWV 1015. La fuga dell’Allegro successivo è tra i movimenti della raccolta di più marcato stampo concertante. Pezzo di particolare virtuosismo compositivo, il terzo movimento, Andante un poco, è un malinconico e introverso canone all’unisono per il violino e la mano destra del cembalo sugli arpeggi staccati del basso. Il Presto finale, in danzante tempo di Gavotte, è una fuga inscritta entro una forma binaria, le cui parti sono ritornellate. 

La Sonata in sol maggiore per violino e clavicembalo BWV 1019 è la sola del ciclo che comprenda cinque movimenti. L’Allegro iniziale è chiaro, gioioso, ottimista, e nello stile del concerto italiano. Un breve Largo, nel carattere del recitativo drammatico, e la cui ampia declamazione fa pensare al Bach delle Passioni, precede un Allegro per clavicembalo solo nello stile delle bachiane Suites inglesi. L’Adagio è un’Aria ornata, dal sentimento patetico, e che nella conclusione sembra abbuiarsi in un cromatismo desolato. L’opera termina con un Allegro robusto, in cui Bach, dopo le nubi che offuscavano la conclusione del brano precedente, ritorna all’atmosfera serena e giocosa del primo movimento.


Note di sala a cura di Paola De Simone

Il periodo trascorso da Johann Sebastian Bach in qualità di Kapellmeister al servizio del principe Leopold presso la riformata Corte di Köthen fra gli anni 1717-1723 sollecita nel catalogo del compositore tedesco, come è noto, un decisivo incremento nella produzione strumentale d’ambito profano, da concerto e da camera, sul doppio binario delle musiche cerimoniose o solenni a fronte delle Sonate o Partite imperniate a mo’ di studio sull’approfondimento di un linguaggio tecnico puntato al rigoroso contrappuntismo quanto a una nuova valorizzazione delle risorse espressive. Il tutto forgiato, senz’altro, ad uso degli eccellenti musicisti vantati dalla Cappella di quella Corte calvinista destinataria, tra le opere molteplici degli stessi anni, delle Quattro Ouvertures per orchestra, delle Sei Suites per violoncello solo, degli sperimentali quanto a forma e timbrica Sei Concerti brandeburghesi dedicati nel 1721 al Margravio Christian Ludwig.

Al vertice del tracciato cameristico-concettuale e nello specifico violinistico destinato con ogni probabilità agli archetti maggiormente virtuosi e dunque altamente specializzati di quell’organico, come Pisendel, Spiess o Marcus, spiccano due miliari raccolte: la prima, comprendente la serie delle Tre Sonate e Tre Partite per violino solo (BWV 1001-1006); la seconda, di pari interesse pur se meno organica e dunque storicamente posta in secondo piano, dotata di accompagnamento e difatti, stando al titolo riportato dal secondo manoscritto stilato da tre differenti copisti ma con alcune parti autografe, indicata come silloge di Sei Sounate (sic!) à Cembalo certato è Violino solo, col Basso per Viola da Gamba accompagnata se piace composte da Giov: Sebast: Bach. Poi genericamente, e universalmente, passata sotto l’inesatta ma ormai corrente denominazione di Sei Sonate per violino e clavicembalo, BWV 1014-1019. Dunque, silloge radicata nel modello della secentesca Sonata a tre da chiesa, in quattro movimenti esenti da movenze di danza, ad eccezione della Sesta (a cui appartengono le parti autografe) che è in forma da camera in cinque tempi. Alle due raccolte è inoltre d’obbligo aggiungere, per certezza di attribuzione e genesi nello stesso lasso di tempo 1718-23, le due Sonate per violino e basso cifrato, ossia continuo, rispettivamente in Sol maggiore (BWV 1021) e in mi minore (BWV 1023).

Pervenuta attraverso la fonte unica di una copia redatta da Anna Magdalena Bach, rinvenuta solo nel 1928 grazie al lascito Forkel, la Sonata in sol maggiore per violino e basso continuo BWV 1021 condivide con le altre qui in ascolto, da un lato, la struttura in quattro movimenti (un Adagio in soluzione bipartita, un Allegro, un Largo ornato e un secondo Allegro in stile fugato) ma se ne allontana, d’altro lato ampiamente, non sposando l’idea cameristica del certamen da trio concertante per far emergere, piuttosto, in massima misura lo strumento ad arco sul sostegno di un basso cifrato.

Viceversa, la Sonata in si minore per violino e clavicembalo BWV 1014, posta in apertura di raccolta, ben ribadisce l’architettura da chiesa, la condotta prettamente polifonica e il singolare rilievo dato allo strumento a tastiera posto – in tutte e sette le versioni manoscritte a noi giunte – in prima linea, connotandone l’impianto per cembalo concertato con violino solo o obbligato. La pagina si distingue per il saldo contrappuntismo e le figure ostinate del primo movimento, per il taglio da aria strumentale tripartita nel secondo, per il dialogo fluente fra i due strumenti nel terzo, per il fugato bipartito in chiusa.

La Sonata in La maggiore BWV 1015, la più nota del gruppo, si distingue per la dolcezza arcadica del tempo iniziale, disegnato com’è su un libero canone che unisce in via sempre più serrata le parti in campo. L’Allegro successivo lavora in forma fugata sullo spiccato piglio concertante e sui contrasti dinamici mentre gli ultimi due tempi rivelano, rispettivamente, la scrittura virtuosa di un introspettivo canone all’unisono e lo slancio di una fuga binaria non estranea al divertito gesto di una Gavotte.

Infine la Sonata in Sol maggiore BWV 1019, posta in chiusura di raccolta e forse per questo resa particolarissima nel dettaglio interno alla già di per sé peculiare forma in cinque tempi. In prima posizione brilla la luce chiara e gioiosa di un Allegro nello stile del concerto italiano, il breve Largo a seguire vira invece verso un recitativo drammatico che rinvia alle Passioni bachiane mentre l’Allegro per solo cembalo richiama alla mente lo stile delle Suites inglesi o la lunga cadenza virtuosa del Quinto brandeburghese. Un’aria fiorita dà quindi forma al successivo Adagio “ma non tanto” increspato in coda da un inquieto cromatismo mentre l’Allegro di chiusura riporta, in qualche modo, il sereno e il sorriso.


Boris Begelman si è rapidamente affermato come uno dei più interessanti violinisti della sua generazione.
Nato a Mosca nel 1983, si diploma con il massimo dei voti al Conservatorio Tchaikovskij specializzandosi in seguito in violino barocco al Conservatorio Scarlatti di Palermo con lode e menzione d’onore.

In qualità di spalla o di solista ha collaborato con orchestre quali Il Complesso Barocco, Kammer Orchester Basel, I Barocchisti, Cappella Mediterranea, B’Rock Orchestra sotto la direzione, tra gli altri, di Giovanni Antonini, Diego Fasolis, Ottavio Dantone, Riccardo Minasi esibendosi su palcoscenici internazionali quali la Berliner Philarmonie, il Theatre des Champs-Elysees, il Wiener Musikverein, il Theater an-der-Wien, il Barbican Centre e la Wigmore Hall a Londra, il Teatro Liceu di Barcellona, l’Opera Royal de Versailles, il KKL Luzern, la Tonhalle di Zurigo, il Palacio de Bellas Artes di Città del Messico.

Dal 2017 è Konzertmeister di Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini.

Ha diretto dal violino Accademia Bizantina, Il Pomo d’oro, Accademia Montis Regalis, la Jerusalem Baroque Orchestra e solisti tra cui Vivica Genaux, Max Cencic, Simone Kermes.

Nell’aprile 2018 ha debuttato in Canada come direttore ospite di Arion Baroque Orchestra. 

“… Una performance perfetta, mozzafiato, ipnotizzante: soprattutto, qualcosa di raro per noi, siamo rimasti incantati dal brillante virtuosismo del violinista russo, Boris Begelman … che ha anche diretto!” (SN Travels and Arts)

Boris ha inciso per Deutsche Grammophone, Decca, Sony Classics, Alpha, Erato-Warner, Deutsche Harmonia Mundi, Virgin Classics, Aparte, Naïve Classics, Pentatone.

Nel 2014 fonda l’ensemble Arsenale Sonoro, specializzato nell’esecuzione del repertorio Settecentesco, con cui ha inciso il suo primo disco solistico, una selezione di Sonate di Telemann per violino e basso continuo (2015 Deutsche Harmonia Mundi – SONY Music) cinque stelle sulla rivista Musica ed accolto dalla stampa internazionale con entusiastiche recensioni.

Per la medesima etichetta esce nel 2017 “Sei solo” con la registrazione integrale delle Sonate e Partite di J. S. Bach, premiato tra i Discos exceptionales della rivista spagnola Scherzo.

“… Piene, forti e dai toni vibranti, tecnicamente superbe e splendidamente ornate, fresche e dal suono immensamente umano…” – GRAMOPHONE Magazine

Il suo ultimo album solistico “Le nuove vie”, sei concerti virtuosistici vivaldiani accompagnati da Concerto Italiano e diretti da Rinaldo Alessandrini,  è stato pubblicato nel giugno 2021 da Naïve come parte del prestigioso catalogo Vivaldi Edition. L’incisione sta ricevendo grande plauso da parte della critica di tutto il mondo, figurando come “Concerto Choice” nel numero di settembre di BBC Music Magazine: 

“Questo emozionante Vivaldi è un abbagliante raggio di sole “

Tra i prossimi impegni in qualità di direttore e solista citiamo concerti con Arion Baroque Orchestra a Montreal, un concerto con Arsenale Sonoro e Francesca Aspromonte per il Valletta Baroque Festival 2022, un concerto con l’Orchestra Barocca dei Conservatori Italiani a Dubai oltre a diversi recital a violino solo, tra cui quello per il Südtirol festival di Merano.


Andrea Buccarella, Clavicembalista, organista e direttore,  è tra i più apprezzati musicisti e specialisti di musica antica della sua generazione. Nasce a Roma nel 1987 e intraprende gli studi musicali come Puer Cantor nel Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina (1997-2000). Dopo aver conseguito il diploma in organo e composizione organistica presso il Conservatorio di Santa Cecilia in Roma, ottiene cum laude il biennio specialistico in clavicembalo e tastiere storiche, sotto la guida di Enrico Baiano. Conclude la sua formazione presso la Schola Cantorum Basiliensis, dove consegue con il massimo dei voti e distinzione due master in clavicembalo e tastiere storiche, sotto la guida di Andrea Marcon.

Nel 2018 vince il Primo premio al Concorso Internazionale di clavicembalo di Bruges e il Premio Outhere. Svolge un’intensa attività concertistica che lo ha portato ad esibirsi in importanti festival e sale da concerto in Europa, Stati uniti, Corea e Giappone, sia come solista al clavicembalo, organo e fortepiano, che come direttore. Dal 2011 assume la direzione dell’Abchordis Ensemble, per il quale svolge un’intensa attività di ricerca, tesa alla scoperta di capolavori musicali del passato, inediti ed ineseguiti in tempi moderni. Sotto la sua direzione Abchordis Ensemble ha vinto il Primo premio all’Händel International Competition di Göttingen (2015). 

Nel Settembre 2019 è stato pubblicato il suo primo disco solistico TOCCATA, per la celebre etichetta Ricercar (Outhere Music). Il disco ha ricevuto il plauso della critica internazionale ed è stato premiato con 5 stelle su BBC Music Magazine e con il Diapason d’Or Découverte su Diapason Magazine. Tra le prossime registrazione solistiche in uscita figurano i Concerti per due clavicembali e archi BWV 1060-1062 di J.S.Bach, con Francesco Corti e il Pomo d’Oro, il concerto per 4 clavicembali e archi di J.S.Bach, con Rinaldo Alessandrini e Concerto Italiano, le Variazioni Goldberg e l’album FANTASIA, secondo capitolo dedicato alle forme musicali per tastiera per l’etichetta Ricercar.

Come direttore ha inciso dischi per SONY Deutsche Harmonia Mundi (Stabat Mater e Dies Irae), Challenge Classics (Cieco Amor) e The Vivaldi Edition (Vivaldi, Cantate per Soprano I). Andrea è stato invitato a dirigere diversi ensemble vocali e strumentali, tra cui la Venice Baroque Orchestra, La Cetra Barockorchester Basel, il Pomo d’Oro, Solistenensemble Kaleidoskop, Kore Orchestra e altri. Nel febbraio 2020 ha fatto il suo debutto come direttore al Musikverein Wien con la Venice Baroque Orchestra e Julia Lezhneva. Nel maggio 2022 dirigerà dal clavicembalo i 6 Concerti Brandeburghesi BWV 1046-1051 di J.S.Bach, in un tour italiano con la nuova orchestra europea Frau Musika.

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