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Missa di Requiem

di Domenico Sarro

Chiesa di Santa Caterina da Siena, Napoli
19.00 - 20.00
  • Biglietto intero: € 10 €
  • Biglietto ridotto (Over 65, studenti fino a 25 anni, Wunderkammer carta, CartaEffe, Artecard, abbonati Teatro Stabile di Napoli, soci Fai): € 7 €


Coro Exultate
Canto 1

Antonella Borrelli
Luigia Gargiulo*
Giovanna Moccia
Paola Pierno

Canto 2
Antonella Ausanio
Rosa Ciaramella
Emerenziana Guido*
Lia Scognamiglio

Alto
Paola Ciranni
Tiziana De Bellis 
Marina Vagnoni*
Davide Troìa*

Tenori
Domenico Cardone 

Angelo Chianese 
Gennaro Di Bonito 
Leopoldo Punziano*

Bassi
Gianluca Avolio

Massimo Di Giovanni
João Fatela
Alfonso Oliva*

* voci soliste
maestro del coro Davide Troìa
Schola Gregoriana della Pietà de’ Turchini
Eduardo Campos de Dios, Jesus Ivan Flores Nuñez, Davide Franco, Alejandro Garcia, Edgardo Piña Macias, Antonio Sembiante, Roy Touma, Wiktor Wojcik

maestro Lanfranco Menga

Talenti Vulcanici
Daria Spiridonova, Giuseppe Grieco
 violini
Pietro Massa viola
Marcello Scandelli violoncello
Giorgio Sanvito contrabbasso
Pierfrancesco Borrelli organo

direttore Stefano Demicheli

consulenza musicologica Paologiovanni Maione
trascrizioni a cura di Enrico Gramigna

> prima rappresentazione assoluta <


Main Sponsor
Intesa Sanpaolo


BIGLIETTI DISPONIBILI IN SEDE E IN PREVENDITA

È possibile acquistare i biglietti in prevendita:
– online sul sito TicketOnLine – Azzurro Service entro e non oltre le ore 12.00 del giorno del concerto;
– presso i punti vendita Azzurro Service indicati;
– presso il punto vendita Concerteria (via Michelangelo Schipa 15) o telefonicamente al numero +39 0817611221

BIGLIETTO RIDOTTO
Il biglietto ridotto (€ 7) potrà essere acquistato esclusivamente al botteghino presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena prima dell’inizio del concerto, o nel punto vendita certificato: Concerteria, via Schipa


Maggiori informazioni
segreteria@turchini.it

Programma

Francesco Durante (1684-1755)
Concerto primo in fa minore per archi e basso continuo
Un poco andante, Allegro, Andante, Amoroso, Allegro

Domenico Sarro (1679-1744)
Missa di Requiem

Antifona ad Introitum Requiem aeternam (gregoriano)

Requiem aeternam dona eis, Domine
Te decet hymnus Desu in Sion
Requiem aeternam dona eis, Domine
Kyrie eleison

Requiem aeternam responsum (gregoriano)

In memoria aeterna

Dies irae (gregoriano)

Domine Jesu Christe (gregoriano)

Domine Jesu Christie
Hostias
Quam olim Abrahae

Sanctus (gregoriano)

Sanctus
Agnus Dei

Lux aeterna (gregoriano)

Requiem aeternam

Libera me Domine (gregoriano)

Libera me Domine

Antifona In Paradisum (gregoriano)

Scarica i testi


Missa di Requiem

La Missa di Requiem di Domenico Sarro
Noto in particolare per i drammi in musica, le serenate, le cantate e gli oratorii, Domenico Sarro riscosse nell’Europa nord-orientale un certo favore per la produzione sacra, stando alle parole di Giuseppe Bertini, autore nel 1814 del Dizionario storico-critico degli scrittori di musica, in cui si legge a proposito del compositore: «in Alemagna levò gran grido la sua musica di Chiesa». La notizia è confermata, almeno in parte, nel caso del Requiem, dai testimoni della partitura conservati in Austria, Germania, Polonia e Repubblica Ceca, segno della diffusione del repertorio del maestro napoletano e della fama che egli raggiunse nel corso del XVIII secolo.

Nativo di Trani (1679), dal 1686 visse a Napoli, e dal 1688 studiò al conservatorio di S. Onofrio con Angelo Durante. Dopo l’esordio nel 1702 col dramma sacro L’opera d’Amore, concorse al posto di maestro della Real Cappella, vinto da Gaetano Veneziano; nominato vicemaestro nel dicembre 1704, divenne maestro di cappella nel Pio Monte della Misericordia e in S. Paolo Maggiore. Con l’avvento degli austriaci fu licenziato dalla cappella reale (agosto 1707); malgrado ciò, finì con l’imporsi proprio nella Napoli asburgica: rivale di Alessandro Scarlatti e Francesco Mancini, pur disertando i conservatori, affrontò abbondanti committenze e ottenne successi nel teatro d’opera. Celebrò l’aristocrazia cittadina componendo numerose serenate (tra le quali Il gran giorno d’Arcadia, 1716, L’Endimione, 1721, e Il Florindo, 1725) e cantate da camera (ne scrisse oltre settanta); ebbe una fortuna diffusa anche come autore di oratorii, tra i quali Ester riparatrice (Napoli, 1734), ripreso altre sei volte fino al 1757 tra Genova, Bologna, Macerata e Spello. La posizione di Sarro sulle scene napoletane culminò nei primi anni Venti del Settecento, quando il 9 dicembre 1722 trionfò con Partenope, in una versione aggiornata dal librettista originario, Silvio Stampiglia. Musicò il primo dramma del giovane Metastasio, Didone abbandonata, rappresentato al Teatro di S. Bartolomeo il 2 febbraio 1724, commissione probabilmente ricevuta in quanto maestro della principessa di Belmonte, protettrice del poeta a Napoli.

L’unica altra piazza che Sarro frequentò con assiduità fu Roma, dove tenne rapporti con la corte in esilio di Giacomo III Stuart: qui la fama raggiunta gli consentì nel gennaio 1726 di essere aggregato all’Arcadia col nome di Daspio. Non mancarono le commissioni straniere e l’impiego di sue arie in lavori altrui, come nel caso dei pasticci Elpidia, Ormisda e Semiramide riconosciuta imbastiti a Londra da Händel.

Sotto i Borboni, Sarro consolidò la posizione di rilievo in Napoli, celebrando il re Carlo nella ricorrenza della sua nascita, il 20 gennaio 1735, con un Demofoonte composto con Leonardo Leo, Francesco Mancini e Giuseppe Sellitto. I successi si diradarono tra la fine degli anni Trenta e i Quaranta (poco prima della morte, avvenuta il 25 gennaio 1744), quando probabilmente sopraggiunse in una parte del pubblico una certa stanchezza verso i suoi lavori (nel 1739, ad esempio, Charles de Brosses definì Sarro «savant, mais sec et triste»).

Maestro di cappella in diverse istituzioni ecclesiastiche, Sarro fornì musiche a una ventina tra chiese, monasteri e congregazioni della città: di tanta produzione sacra (spicca la misurata ed elegante Messa in Re maggiore del 1739) poco sopravvive. La Missa di Requiem «a 2 Canti, Alto, Tenore, Basso, 2 Violini, Viola di Alto con Organo», che si esegue, è custodita presso la Österreichische Nationalbibliothek di Vienna e presenta una scrittura di notevole finezza in un procedimento osservato ma ricco di dolenti passaggi che segnano il sentire in musica dell’epoca; altri testimoni della pagina, come anticipato, sono custoditi in Polonia, Repubblica Ceca e Germania. In particolare, la Santini-Sammlung di Münster conserva una copia che fornisce informazioni circa una possibile (anche se priva di conferme) datazione del Requiem: di proprietà nel 1837 di Raphael Georg Kiesewetter, scrittore e musicista ceco naturalizzato austriaco, il manoscritto presenta caratteri tipici del XVIII secolo e riporta in coda alla partitura l’iscrizione «15 Martii 1743»

Il lavoro, in ‘stile antico’ – diffuso nella musica italiana da chiesa tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento – si presenta raffinato ed espressivo, ma manca di un forte carattere drammatico, cui avrebbe contribuito la presenza del Dies irae, che Sarrò invece decise di omettere (scelta inusuale, se si confronta il suo Requiem con altri coevi di maestri della scuola napoletana, come Fago, Feo e Durante, in cui la sequenza è presente). La texture vocale è contrassegnata dall’alternanza di parti imitative e omofoniche, con le prime che si dissolvono nelle altre in corrispondenza delle cadenze principali: queste hanno la funzione di preservare il flusso polifonico in particolare nelle molte parti caratterizzate dalla prevalenza di note lunghe. Se nei requiem di Provenzale e Fago (maestri napoletani di generazioni precedenti) sin dall’Introito il trattamento dei versi tende a sottolineare i riferimenti testuali alla luce, all’oscurità e alla morte, nella composizione di Sarro questa preoccupazione è assai sfumata, con eccezioni come sulle parole “luceat eis”. Il Kyrie è una fuga a cinque voci con strumenti, il cui soggetto è esposto in apertura: questo non compare mai enunciato da tutte le voci, anche nella parte conclusiva, lo ‘stretto’; è presente nel basso continuo, ma non nelle parti degli archi. Il metro differenzia il Christe dal Kyrie, mentre il Kyrie II è una sorta di coda del primo, con una grande pausa in chiusura che enfatizza il finale. Il Graduale presenta diversi tratti stilistici di cui Sarro fa ampio uso nel Requiem: tra questi, il ricorso a una scrittura mottettistica in cui frasi imitative con tessiture ridotte conducono a cadenze a testo pieno, l’associazione di motivi a specifiche porzioni del testo, la tendenza a evitare cadenze interne autentiche per enfatizzare quelle conclusive, e la ricorrenza di parti caratterizzate da pedali. Il Tratto si apre con un’ampia sezione strumentale cui segue un duetto dei soprani sul verso “Absolve, Domine”; questi avanzano prevalentemente per imitazione, ma non mancano movimenti per linee parallele. Lo stesso procedimento si riscontra nell’Offertorio, col solo del secondo soprano e del contralto sul verso “Hostias et preces”, e nei passaggi a due voci del Benedictus: l’insieme di queste soluzioni testimonia la presenza, seppure contenuta, di elementi propri della scrittura belcantistica (in via di affermazione anche nella produzione sacra) nel rigoroso ‘stile antico’ che domina la partitura.

La parola “requiem” assume un particolare rilievo nelle sezioni conclusive dell’Agnus Dei e del Communio: nella prima, il verso “dona eis requiem”, ripetuto tre volte, è accompagnato dallo stesso materiale musicale, risaltando così rispetto al verso “Agnus Dei, qui tollis peccata mundi”, trattato di volta in volta diversamente; nella seconda, il verso “Requiem aeternam” è cantato dai soli soprano II e contralto, con gli archi che sottolineano la drammaticità del momento con prolungati vibrati.

Sarro – ha scritto Teresa M. Gialdroni – condivide con personaggi quali Mancini, Feo, Fago soprattutto, ma in parte anche con Porpora, Leo e Vinci, la sorte di essere citato spesso «come uno fra tanti, come uno di quei musicisti della generazione post-scarlattiana cui raramente si concede l’onore della individualità e della specificità. Ciò è dovuto forse all’eccessiva polarizzazione sul ‘padre spirituale’ di tutta questa generazione, Alessandro Scarlatti, ma anche al fatto che si era creata fra loro una sorta di koiné medio-alta a scapito della definizione di linguaggi individualizzati o individualizzabili per ciascun singolo compositore». Studiare e riproporre composizioni meno frequentate, che sono parte di un repertorio dalle caratteristiche ‘globalizzanti’, consente di interrogarsi su specificità stilistico-contenutistiche relative al singolo musicista, troppo spesso dimenticate.

Simone Caputo

L’inserimento di brani di Canto Gregoriano nella Missa di Requiem di Domenico Sarro risponde a due criteri funzionali: in alcuni casi, come per l’Introito “Requiem aeternam”, si tratta di una introduzione alla musica del compositore per creare l’atmosfera tipica della Messa dei defunti; in altri casi si tratta invece di una vera e propria integrazione, visto che Sarro non ha composto tutte le parti del Proprium della Messa. In modo particolare manca nella partitura la Sequenza “Dies irae” che è il brano più caratterizzante di questa Liturgia: probabilmente nella mente di Sarro queste parti avrebbero dovuto essere eseguite in Canto Gregoriano, altrimenti non si spiegherebbero alcuni particolari, come nel Responsorio Graduale “Requiem aeternam” in cui viene musicata solo la seconda parte. Il forte contrasto tra la semplicità del Gregoriano e la sontuosità barocca crea certamente una particolare suggestione evocativa, che trova il suo apice nell’Antifona finale “In Paradisum” di struggente dolcezza e malinconia.

Lanfranco Menga

 


Talenti Vulcanici
L’ensemble Talenti Vulcanici nasce nel 2011 dalla spinta e dall’esperienza maturata nel precedente ventennio dalla Fondazione Pietà de’ Turchini, pioniera nell’aver introdotto al pubblico napoletano repertori musicali per lo più ignoti o dimenticati, eseguiti da artisti di chiara fama provenienti da tutta Europa. La volontà di indirizzare le proprie energie migliori verso la realizzazione di un progetto volto a formare e promuovere talenti musicali di più giovane generazione, si è affiancata alle tante masterclass vocali e strumentali e al concorso internazionale di canto barocco “Francesco Provenzale” che in 13 edizioni ha incoronato giovani cantanti oggi protagonisti di primo piano del repertorio vocale barocco in tutta Europa. Oltre all’entusiasmo di mettere a disposizione di giovani eccellenze l’esperienza e i contatti per dare forma alle loro aspirazioni, questo progetto ha offerto a chi vi ha preso parte l’opportunità di scoprire l’universo culturale di Napoli, di cercarne le armonie e le incredibili suggestioni tra le pieghe delle sue enormi contraddizioni, di appropriarsi, divenendo ambasciatori, della sua gloriosa e inesauribile storia musicale.
Regolarmente coinvolto a Napoli in occasione delle produzioni della Fondazione Pietà de’ Turchini, esplora nuovi percorsi musicali rileggendo con una tensione contemporanea l’eredità di grandi maestri del passato e riportando alla luce pagine musicali inspiegabilmente dimenticate, abbracciando repertori di Scuola musicale napoletana vocale e strumentale, sacri e profani, dialogando con il teatro e la drammaturgia.
Il compositore Fabio Vacchi, che ha scritto per Talenti Vulcanici un brano inedito dal titolo Partenope l’Eterna, oggetto di una prossima uscita discografica, così ne descrive l’anima e l’operato: ”L’aspetto più straordinario è forse la compresenza di rigore e fantasia, di approfondimento e capacità di comunicare emozioni. Il che li rende pregevoli non solo nel barocco, ma anche nel classico, nel moderno, e nel postmoderno”.

L’ensemble ha richiamato l’interesse di molti festival e istituzioni nazionali e internazionali, ed ha avuto direttore ospite Christophe Rousset. Ha preso parte a numerose rassegne e festival tra  cui Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Concerti del Quirinale, l’Accademia Musica Antica Milano, Muse Salentine, Oude Muziek Utrecht, il Festival Barocco Alessandro Stradella, Stockholm Early Music Festival, Napoli Teatro Festival, Ravello Festival, Festival Wunderkammer – il museo delle meraviglie del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, Festival Entroterre e Jeansmusic Festival di Matthieu Mantanus. Talenti Vulcanici registra per la prestigiosa etichetta Arcana del gruppo Outhere, in una collana editoriale dedicata a Napoli e al suo patrimonio musicale, impreziosita dalle opere di Mimmo Jodice, considerato uno dei più celebri maestri della fotografia mondiale, e dal 2022 per l’etichetta Turchini Records.
Nel 2019 la giuria della XXXIX edizione del Premio Franco Abbiati ha assegnato al progetto Talenti Vulcanici il premio come “Miglior iniziativa musicale” per “la pionieristica iniziativa ideata da Federica Castaldo con la consulenza musicologica di Paologiovanni Maione e il management di Marco Rossi, a favore della promozione di giovani talenti musicali coinvolti in un percorso in residenza formativa e professionale, con la guida musicale di Stefano Demicheli, la supervisione di tutors specializzati nella prassi esecutiva filologicamente informata”. Dal 2021 le sue produzioni audiovisive trovano diffusione su piattaforme digitali nazionali e internazionali (RaiPlay, Stingray Classica, TotalBaroque), canali TV (Rai 5, Sky Classica HD) e radio (Rai Radio 3).


Stefano Demicheli
Nato a Torino nel 1975 è diplomato in organo e composizione organistica e in clavicembalo. Ha iniziato a studiare clavicembalo all’età di tredici anni sotto la guida di Ottavio Dantone, proseguendo poi presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano dove ha conseguito il diploma dì perfezionamento. Oltre a Ottavio Dantone l’incontro prima con Lars-Ulrik Mortensen e poi con Emilia Fadini è stato decisivo per la sua formazione. Ha collaborato come solista e continuista con numerosi ensemble con strumenti originali fra i quali Accademia Bizantina di Ravenna (Ottavio Dantone), Il Giardino Armonico di Milano (Giovanni Antonini), Freiburger Barockorchester, Concerto Köln, ensemble I Barocchisti di Lugano (Diego Fasolis), ensemble Zefiro di Mantova (Alfredo Bernardini) e tiene regolarmente recital come partener di strumentisti e cantanti. La sua attività concertistica lo porta a esibirsi regolarmente nelle sale da concerto e nei teatri più importanti di tutta Europa all’interno di festival prestigiosi (fra cui Teatro La Scala di Milano, Festival van Vlaanderen di Brugge, Fundacio La Caixa di Barcelona, Auditorio National di Madrid, Oude Muziek di Utrecht, Rheingau Musik Festival, lnternationale Musikfestwochen di Luzern, Musica e Poesia in San Maurizio di Milano, London Festival of Baroque Music). Nell’anno 2000 è stato solista presso il Teatro La Scala di Milano. Ha lavorato al fianco di rinomati solisti per concerti e opere e collaborato al fianco di importanti direttori (Riccardo Chailly, Claudio Abbado, Corrado Rovaris, Ottavio Dantone, Gottfried van der Goltz, Ivor Bolton, Giovanni Antonini, Paul Goodwin, Renè Jacobs) e molte orchestre. Ha registrato per molte case discografiche e per le principali
emittenti radiofoniche e televisive europee. Dal luglio 2000 è fra i docenti del Corso Internazionale di Musica Antica di Urbino (clavicembalo, basso continuo e musica da camera). Per diversi anni è stato l’assistente al cembalo di René Jacobs in molte produzioni operistiche nei teatri più importanti d’Europa (fra cui Deutsche Staatsoper Unter den Linden a Berlino, Thèatre des Champs-Elysèes a Parigi, Thèatre Royal de La Monnaie a Bruxelles). Nel 2005 instaura un’intensa collaborazione personale per un progetto di commistione fra musica ed arte con Philippe Daverio, riscuotendo ovunque clamorosi successi di pubblico e comparendo per la televisione italiana più volte nel corso della trasmissione Passpartout (Rai Tre). È fondatore e direttore di Dolce & Tempesta, ensemble che riunisce alcuni fra i più esperti musicisti italiani specializzati nell’esecuzione della musica antica con strumenti originali. Con Dolce & Tempesta si esibisce in veste di direttore in tutta Europa e registra in esclusiva per l’etichetta belga Fuga Libera, riscuotendo sempre un grande successo di pubblico e critica. Dal 2010 è direttore stabile dell’orchestra barocca Academia 1750 di Barcelona (Spagna), in residenza presso il Festival de Músiques de Torroella de Montgrí.


Coro Exultate
Il Coro Exultate, formatosi con il nome di Exsultate Deo nel 1990 in occasione della venuta del Sommo Pontefice Papa Giovanni Paolo II nella città di Pozzuoli (NA), svolge un’intensa attività concertistica dedicandosi allo studio e all’esecuzione di brani a cappella e con strumenti, appartenenti al repertorio sacro, profano e popolare dal ‘400 ai giorni nostri, attraverso una costante ricerca vocale ed esecutiva. Il suo repertorio ha sempre compreso composizioni di rara esecuzione e opere di autori contemporanei (G. Panariello, G. Russo, G. Vessicchio), con prime esecuzioni assolute in importanti festivals e stagioni concertistiche.
Collabora attivamente col M° Peppe Vessicchio, e da settembre 2013 con la Fondazione “Pietà de’ Turchini” – Centro di Musica antica di Napoli.
Ha vinto diversi premi, tra cui: 1° premio assoluto alla IV Edizione del Concorso Nazionale per Cori Polifonici “Premio Mutterle ‘98” di Battipaglia (SA); 2° premio all’VIII edizione del TIM (Torneo Internazionale di Musica 1998-99); 2° premio (1° premio non assegnato) alla II edizione del Concorso Nazionale “San Bartolomeo” 2002 di Benevento.
Ha partecipato a numerose rassegne, tra cui: VI Rassegna polifonica Aprutina di Teramo; Ascoli Piceno-Festival; VI Rassegna Dauna “Santa Cecilia” di Foggia; I Stagione di Musica Corale del Centro di Musica Antica “Pietà de’ Turchini” di Napoli; IX Rassegna nazionale cori polifonici di Serino (Av); Rassegna “Grande musica in Chiesa” di Roma; Rassegna “Voci nel chiostro” dell’Associazione A. Scarlatti di Napoli; XIII Rassegna Internazionale “Città di Campobasso”; IX Stagione musicale “Itinerari vocali” di Montevarchi-Arezzo; IV Festival Corale “Polyphonia” di Pesaro-Urbino; “TuttInCoro” all’Auditorium D. Scarlatti della RAI di Napoli; XIII Rassegna Polifonica Internazionale “Città di Atri” di Teramo; IX Edizione “Concerti dell’Avvento” di Latina; Rassegna di Canto Popolare “Tanto per cantare” di Roma; Rassegna Internazionale di Cappelle Musicali di Loreto 2000 e 2009; Vocalizzo italiano di Aquileia-Udine; Festival di Jesi nel III Centenario della nascita di Pergolesi; Notti sacre di Bari; Troisième Printemps Musical International de Saint_Martin de Crau (Francia).


Davide Troìa
Diplomato in Musica corale e Direzione di Coro, Composizione, Pianoforte, Strumentazione per Banda, Canto(ramo cantanti e ramo didattico), sì è perfezionato, in direzione di coro, presso l’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma, sotto la guida di N. Balasch, G. Acciai, B. Zanolini, G. Hollerung e G. Graden; si è perfezionato, come controtenore, sotto la guida di C. Cavina, G. Banditelli, C. Ansermet, R. Invernizzi, A. Florio, M. Ercolano, e alla Civica Scuola di Musica di Milano con R. Gini e C. Miatello.
È fondatore e direttore dal 1990 del Coro Polifonico “Exultate” di Napoli.
Ha effettuato trascrizioni e prime esecuzioni di opere corali di scuola napoletana del ‘700, ma anche prime esecuzioni di musica contemporanea, elaborazioni per coro, revisioni di opere corali di diversi autori.
Collabora attivamente, come maestro del coro, col M° Peppe Vessicchio.
Ha collaborato, come controtenore, col M° Roberto De Simone in alcune sue opere (“Quem vidistis pastores”, “Festa di Requiem”, “Dedicato a Giulia Di Caro”) e con i Choral Scholars.
È controtenore e direttore del gruppo vocale InCanto di Partenope.
Ricopre il ruolo di giurato in concorsi di Esecuzione e Composizione Corale.
Svolge un’intensa attività didattica, tenendo frequentemente corsi di Vocalità e Direzione di Coro per varie associazioni corali. Dal 2007 è docente di Direzione di Coro e Composizione Corale presso il Conservatorio “L. Canepa” di Sassari.


Lanfranco Menga
Dopo essersi diplomato in pianoforte, ha completato la sua formazione musicale presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma frequentando i Corsi di Canto Gregoriano, Musicologia, Armonia e Contrappunto con Dom Raffaele Baratta OSB, Giacomo Baroffio, Vieri Tosatti; successivamente ha seguito un corso di perfezionamento pianistico con Sofia Bakman presso il Conservatorio “Rimsky-Korsakov” di San Pietroburgo. Ha anche seguito gli studi classici ed universitari laureandosi in Giurisprudenza con una Tesi di argomento medievale.
Fondamentale nella sua formazione l’incontro con Andrea von Ramm, con la quale ha studiato a Monaco di Baviera il repertorio vocale medievale: in seguito a questa esperienza ha fondato nel 1995  l’Ensemble Oktoechos e nel 2001 la Schola Gregoriana di Venezia: due gruppi vocali che si sono subito imposti all’attenzione del pubblico, della critica e degli studiosi.
Ha inciso per la Pentaphon, la Tactus, la Flippermusic e Aulicus Classics e ha svolto intensa attività concertistica sia come collaboratore di cantanti e strumentisti che come direttore, esibendosi in Italia,Russia,Francia,Danimarca e Spagna; ha inoltre registrato per Rai2 e Rai3.
Ha collaborato con importanti istituzioni culturali tra cui le Università di Roma e Padova, la Fondazione “Guido d’Arezzo”, la Fondazione “Donne in musica”, la Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia, il Gran Teatro La Fenice di Venezia e viene regolarmente invitato a far parte di giurie in Concorsi nazionali ed internazionali.Ha collaborato anche con la Scuola di Teatro dell’Avogaria di Venezia con un corso sulla vocalità.
Molto apprezzato da compositori contemporanei ha eseguito musiche di Pozzi Escot, Joanna Bruzdowicz, Giampaolo Chiti, Francesco de Masi, Emanuele Pappalardo, che gli hanno dedicato alcune composizioni.
Ha svolto  attività didattica nei Conservatori “Santa Cecilia” di Roma e “Benedetto Marcello” di Venezia e presso l’Università degli studi di Padova. 

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